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CONGRESS REPORT N. 3 |
ReAd files
al CROI 2009 |
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A cura di: Adriana Ammassari, Marco Borderi,
Alessandra Calabresi, Carlo Torti, Lucia Palmisano |
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Sebbene il numero di trial prospettici randomizzati di terapia antiretrovirale presentati per la prima volta al CROI 2009 sia stato inferiore rispetto agli anni precedenti, tuttavia i risultati originali di due ampi studi con end-point clinici quali ESPRIT e SILCAAT, accanto all'analisi di end-point secondari di trial già presentati e a trial sulla profilassi e sulla terapia delle infezioni opportunistiche, hanno offerto spunti di estremo interesse.
Notevole rilevanza hanno rivestito l’incidenza e l’impatto prognostico della patologia neoplastica in |
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corso di infezione da HIV con particolare attenzione alla distinzione tra tumori classicamente associati all’AIDS e quelli non tipicamente osservati nel corso dell’infezione.
Per quanto riguarda il quadro clinico ascrivibile alle infezioni il focus maggiore è stato concentrato sulla tubercolosi, il suo trattamento in presenza o meno della terapia antiretrovirale.
Come per gli anni passati, anche quest’anno al CROI è stato dato ampio spazio alle presentazioni orali e poster relativi alle problematiche connesse alle alterazioni metaboliche: molti i lavori presentati sulla tossicità renale, sulle alterazioni lipidiche, sul rapporto tra abacavir e rischio cardiovascolare.
Il tema della replicazione residua e gli argomenti ad esso correlati, infine, sono stati al centro di numerose presentazioni, ad iniziare dalla lettura con cui Robert Siliciano ha aperto i lavori della Conferenza. |
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Randomized clinical trial |
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Tumori
ed infezioni opportunistiche |
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Patologia tumorale AIDS-correlata e non |
Il gruppo di studio di EuroSIDA (abstract #707), con l’obiettivo di approfondire l’incidenza ed i fattori predittivi delle patologie non-AIDS associate, ha presentato uno studio effettuato su 10341 pazienti.
All’analisi hanno contribuito 684 eventi non-AIDS associati (mortalità 46.5%) con un'incidenza complessiva di 16.5 per 1000 persone-anno di follow-up e 641 eventi AIDS-associati (mortalità 34.5%) con un incidenza di 15.5 persone-anno di follow-up. |
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Alterazioni metaboliche |
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La tossicità renale |
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Nei pazienti in terapia con regimi contenenti tenofovir occorre monitorare con attenzione la funzionalità del tubulo, poiché la percentuale di soggetti con alterazioni tubulari può raggiungere il 16.5%, ed è legata all’età, al peso, e a una predisposizione genetica (OA37); inoltre, in tutti i pazienti occorre monitorare con attenzione il GFR: la sua riduzione è progressivamente maggiore fra i soggetti 1) non trattati con HIV-RNA<1000 cp/mL, 2) trattati con HIV-RNA<1000 cp/mL, 3) trattati con HIV-RNA>1000 cp/mL, 4) non trattati con HIV-RNA>1000 cp/mL. |
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Viremia residua, latenza virale
ed effetti delle strategie di intensificazione |
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Secondo Siliciano, la HAART ha raggiunto ormai il suo limite teorico, cioè la massima efficacia possibile in termini di inibizione della replicazione virale. Rimane, infatti, in tutti i pazienti una piccolissima quantità di cellule CD4+ quiescenti (una su un milione) che contengono DNA virale stabilmente integrato nel loro genoma. Fin qui, niente di nuovo. Nuova, invece, l’ipotesi di Siliciano, secondo il quale la viremia residua, presente a bassissime concentrazioni nella maggioranza dei soggetti con meno di 50 copie/ml di HIV RNA, non originerebbe da queste cellule ma da un “santuario” virale formato da cellule appartenenti alla linea macrofagica, infettatesi prima dell’inizio della HAART con un virus wild type. A questa conclusione si è giunti in base all’analisi dei cloni virali che costituiscono la viremia residua e che sono risultati diversi da quelli presenti nei CD4 latentemente infetti. |
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