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Quindi, anche i pazienti in terapia efficace mostrano comunque una riduzione del GFR maggiore di quanto atteso (OA38); in sintesi, i parametri di funzionalità renale vanno monitorati con maggiore attenzione nei pazienti in terapia con regimi contenenti tenofovir, soprattutto quando associato a un PI (P743). |
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Alterazioni lipidiche |
Nei pazienti con lipoatrofia e insulinoresistenza, la sospensione degli NRTI e la terapia con rosiglitazione (4 mg x 2/die per 48 settimane) può ottenere un effetto positivo sulla lipoatrofia, senza effetti negativi su lipidi e densità minerale ossea (OA42LB) ; nei soggetti in terapia con statina e persistente ipercolesterolemia, l’aggiunta di ezetimibe (10 mg/die per 12 settimane) può ridurre significativamente l’iperlipidemia ed è ben tollerata (P712); l’utilizzo di Ttesamorelin (2 mg sc/die per 26 settimane) può diminuire il tessuto adiposo viscerale, e ridurre l’ipertrigliceridemia nei soggetti con un profilo lipidico aterogenico (P713); l’aggiunta di tenofovir a un regime efficace, può migliorare i parametri lipidici, anche se i trigliceridi tornano alti all’interruzione dello stesso (P714); la sostituzione di un PI con atazanavir nei pazienti iperlipemici con viremia non rilevabile può sì migliorare l’assetto lipidico, ma non i marker infiammatori cardiovascolari né la funzione endoteliale (P722); è bene, infine, monitorare con attenzione i livelli plasmatici di HDL, poiché sono quelle, e non le LDL, a essere significativamente correlate con il rischio cardiovascolare (OA149). |
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Abacavir e rischio cardiovascolare |
I dati ANRS indicano che il primo anno di esposizione ad abacavir, e l’uso cumulativo di lopinavir/r o fosamprenavir, possono correlare a un aumento del rischio d’infarto del miocardio (OA43LB); i dati D:A:D: suggeriscono che l’esposizione recente ad abacavir o didanosina, e l’uso cumulativo di lopinavir/r o indinavir, possano correlare a un aumento del rischio d’infarto del miocardio (OA44LB); diversamente, l’ACTG A5001 non ha trovato alcuna correlazione fra uso recente di abacavir ed eventi cardiovascolari maggiori nei soggetti naive che iniziano un regime comprendente abacavir (P721); è vero che in corso di HAART ci sono variazioni dei marker d’infiammazione endoteliali, ma sono sovrapponibili fra coloro che assumono regimi comprendenti o escludenti abacavir (OA150LB); dopo 96 settimane, ABC/3TC e TDF/FTC riducono in egual misura i valori dei marker d’infiammazione e attivazione endoteliale (P732); in sintesi, secondo Reiss, può essere prudente intervenire su abacavir nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare se c’è un’alternativa percorribile (OA152). |
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