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Il trattamento per l’epatite cronica B
in Italia: un’analisi di costo-efficacia |
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A cura di Giovanni Battista Gaeta1, Mauro Viganò2 |
1 Unità Complessa Epatiti Virali, Dipartimento di Malattie Infettive, Seconda Università di Napoli
2 Unità Operativa di Epatologia, Ospedale San Giuseppe, Università degli Studi di Milano |
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Premessa |
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Sebbene l’Italia - con una prevalenza stimata inferiore all’1% - sia un Paese a bassa endemia per infezione da virus dell’epatite B (HBV), tale patologia rimane ancora un problema di salute pubblica. In Italia vi sono cinquecentomila soggetti portatori cronici di HBV, cui si devono aggiungere altri duecentomila immigrati infetti (1-6). Circa il 90% dei pazienti con epatite cronica B è costituito da soggetti HBeAg-negativi, ma è probabile che tale percentuale sia destinata a diminuire nei prossimi anni per l’immigrazione di pazienti da zone a elevata endemia, prevalentemente HBeAg-positivi (3, 7).
Il decorso dell’epatopatia HBV-correlata è evolutivo poiché il progressivo accumulo di tessuto fibroso nel fegato favorisce lo sviluppo di cirrosi e delle sue complicanze, come ascite, ittero, encefalopatia, emorragia da varici esofagee ed epatocarcinoma. continua |
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Gli obiettivi terapeutici |
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Nei pazienti HBeAg-positivi l’obiettivo terapeutico è la sieroconversione ad anti-HBe associata alla soppressione della replicazione virale; nei pazienti anti-HBe positivi l’obiettivo è di sopprimere efficacemente e persistentemente la replicazione virale al fine di normalizzare le transaminasi e di ridurre l’infiammazione. continua |
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Le linee guida:
quando e come trattare |
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In accordo alle linee guida internazionali (23, 24), i pazienti con epatite cronica attiva sono da considerare per il trattamento antivirale, poiché solo l’eliminazione o la soppressione del virus riduce o arresta la progressione della malattia. continua |
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La valutazione farmaco-economica |
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Le linee guida indicano in maniera chiara quando e come trattare, ma non forniscono indicazioni su quale sia il trattamento più cost-effective, in altre parole quale dei farmaci disponibili sia in grado di garantire il massimo dei benefici terapeutici al costo minore. In un contesto di limitate risorse sanitarie, com’è quello attuale, le valutazioni farmaco-economiche forniscono un aiuto prezioso nel prendere le decisioni più opportune circa l’impiego degli strumenti terapeutici.
Recentemente, Colombo G. e coll. hanno condotto un’analisi economica per valutare l’impatto dei trattamenti antivirali disponibili in Italia sui pazienti con epatite cronica B, al fine di identificare il farmaco con il miglior rapporto costo-efficacia (25).
Una corretta valutazione economica non si limita, però, a giudicare solo il costo dei trattamenti, ma valuta contemporaneamente i benefici e il consumo delle risorse necessarie per ottenerli.
Per la valutazione dei benefici - ovvero della salute prodotta dal trattamento - si utilizzano i QALY (Quality Adjusted Life Years) che rappresentano il numero di anni di vita, pesati per la qualità, ottenibili col trattamento. Tanto più alto è il QALY, tanto più efficace è un trattamento. Per il confronto tra i benefici di due op-zioni terapeutiche diverse si utilizzano invece gli ICER (Incremental Cost-Effectiveness Ratio), che rappresentano l’entità delle risorse aggiuntive necessarie per ottenere un beneficio addizionale. Gli ICER sono calcolati come la differenza dei costi, diviso la differenza degli effetti tra il farmaco impiegato e l’assenza di trattamento o la terapia standard. L’ICER è lo strumento usualmente impiegato in farmaco-economia per confrontare le diverse terapie disponibili. |
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La costruzione del modello |
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Attraverso il modello di Markov (figura 1) è possibile simulare la progressione di una patologia in un lungo arco d’anni e le modifiche che intercorrono in conseguenza della risposta ai trattamenti adottati. continua |
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I risultati dell’analisi di costo-efficacia |
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Lo studio mostra che il costo medio annuale del trattamento antivirale per ogni paziente con epatite cronica B o cirrosi varia tra 2.573 a 7.639€, rispetto ai soggetti non trattati. Dall’analisi emerge che tenofovir ha la maggiore efficacia e i costi più bassi rispetto agli altri antivirali. continua |
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Conclusioni |
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In una situazione globale di risorse limitate, le valutazioni farmaco-economiche sono un prezioso contributo per gli amministratori sanitari che devono prendere le decisioni più appropriate in materia di assegnazione delle risorse, ma anche per i clinici che ogni giorno si trovano a gestire i pazienti affetti da questa patologia. continua |
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Riferimenti bibliografici |
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