n. 8 - Ottobre 2016
La strategia di semplificazione ai regimi STR nei pazienti con HIV “difficili”

Massimo Andreoni
Divisione di Malattie Infettive, Università degli Studi “Tor Vergata”, Roma

In questi ultimi anni la cART con più farmaci ha determinato una drastica riduzione della mortalità per infezione da HIV e permette oggi a circa il 90% di pazienti di avere un controllo duraturo della replicazione virale. Tuttavia è stato ormai dimostrato che il trattamento antiretrovirale, seppur molto efficace, non sia in grado di eradicare l’infezione per cui la terapia deve essere effettuata per tempo indefinito. Non sorprende, quindi, che l’uso cronico dei farmaci, spesso associato ad effetti collaterali legati alla tossicità delle molecole porti ad una progressiva perdita di aderenza alla terapia. La prospettiva di una terapia a lungo termine e la disponibilità di più molecole, con maneggevolezze e tossicità differenti, ha fatto nascere l’idea di un percorso terapeutico individuale. Su questa base è nato il concetto di ottimizzazione della terapia, che prevede uno switch terapeutico in grado di migliorare l’accettabilità della terapia e ridurre la tossicità assicurando comunque il fondamentale e irrinunciabile mantenimento dell’efficacia viro-immunologica. In quest’ambito le Linee guida italiane di terapia antiretrovirale presentano diverse possibili strategie:

1. riduzione del numero di farmaci antiretrovirali (semplificazione schematica o de-intensificazione);
2a. riduzione del numero di dosi/ somministrazioni e di compresse giornaliere, ma sempre ricorrendo ad uno schema di triplice terapia (semplificazione gestionale);
2b. altre strategie di switch terapeutico che ricorrono ad uno schema di triplice terapia, non necessariamente inquadrabili nel razionale del precedente punto 2a. Tra queste nuove strategie finalizzate all’ottimizzazione della terapia, quella di semplificazione gestionale permette al meglio di mantenere un’alta efficacia continuando ad utilizzare tre farmaci.

Il recente sviluppo di nuovi farmaci in STR (Single Tablet Regimen), in cui la triplice terapia è somministrata attraverso una singola compressa una volta al giorno, rappresenta certamente un fondamentale passo in avanti per questa strategia. La STR può essere utile non solo nel mantenimento a lungo termine del successo terapeutico ma anche per ottenere il controllo della replicazione virale in pazienti che erano risultati poco aderenti a schemi terapeutici precedenti più complessi.
In questa breve rassegna sono presentati 4 casi clinici di pazienti che per motivazioni diverse (difficoltà di accesso alle cure, presenza di comorbidità e quindi di polifarmacoterapia, scarsa aderenza, problemi neurocognitivi con depressione e demotivazione all’assunzione della terapia) erano in fallimento terapeutico. In tutti questi casi il passaggio alla STR non solo ha permesso di raggiungere il successo terapeutico ma in alcuni di ottenerlo per la prima volta nella lunga storia terapeutica anche in presenza di numerose mutazioni di resistenza ai farmaci antiretrovirali.

Casi clinici in HIV
 
Carlotta Cerva
UOC Malattie Infettive, Policlinico Tor Vergata, Roma
 
La scelta del regime terapeutico in una paziente straniera depressa e poco compliante
L’incidenza di nuove diagnosi di infezione da HIV nella popolazione straniera presente in Italia è in aumento nell’ultimo decennio, come evidenziato dai dati pubblicati dal Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità (1-2), e il 45% di questa popolazione proviene dall’Africa. La condizione di immigrato e la situazione socioeconomica sono fattori correlati alla difficoltà di accesso alle cure e alla scarsa compliance dei pazienti sieropositivi (3). In questo setting, i regimi STR possono rivelarsi uno strumento utile a migliorare, almeno in parte, la qualità della vita di questi pazienti, semplificando l’assunzione dei farmaci e aumentando l’aderenza alla cART. ► continua
 
Ridurre il pill burden in presenza di comorbidità
L’aumento della vita media dei pazienti sieropositivi e delle problematiche correlate alla polifarmacoterapia impongono oggi una valutazione attenta e complessa nella scelta della terapia antiretrovirale. E’ obiettivo fondamentale preservare la qualità della vita del paziente sieropositivo, perseguendo il successo clinico ma cercando il miglior compromesso tra minor numero di compresse e la migliore tollerabilità. In quest’ottica le strategie di semplificazione che hanno come obiettivo la riduzione del pill burden dimostrano di avere dei vantaggi rispetto ai regimi MTR (Multiple Tablet Regimen) in termini di persistenza terapeutica (4). ► continua
 
Semplificare la gestione terapeutica di un paziente poco aderente

Può essere definito “paziente difficile” anche il paziente che, nel pieno delle proprie capacità intellettive e nonostante la consapevolezza della malattia e delle sue potenziali conseguenze, non accetta di dover adeguare il suo stile di vita e le abitudini alla propria condizione clinica. Questa reticenza ad effettuare controlli e terapie può essere causa di una difficile gestione del rapporto medico-paziente. ► continua

 
Qualità della vita come obiettivo terapeutico in una paziente depressa

I disturbi neurocognitivi e psichiatrici sono associati a ridotta aderenza terapeutica (5, 6), sia per la ridotta consapevolezza dell’importanza della terapia, sia per sfiducia e demotivazione. In quest’ambito i regimi complessi, che prevedono l’assunzione quotidiana di più compresse, sono associati ad aderenza significativamente peggiore. Pertanto la semplificazione a regimi STR può essere considerata una strategia vincente per agganciare il paziente “difficile”. ► continua

 
Conclusioni
La semplificazione della terapia antiretrovirale diventa un’esigenza sempre più forte per i pazienti in trattamento al fine di facilitare il mantenimento del successo terapeutico e per un miglioramento della qualità della vita. Le coformulazioni dei nuovi regimi STR contenenti farmaci altamente efficaci dal punto di vista virologico e ad alta barriera genetica, aumentano la probabilità di raggiungere e mantenere un’ottima risposta terapeutica, grazie alla semplicità di somministrazione e alla migliore tollerabilità in termini sia di riduzione degli effetti collaterali, sia di interazione farmacologiche. In quest’ottica la strategia di semplificazione a regimi STR può essere considerata una scelta vincente anche nei pazienti scarsamente aderenti alle terapie MTR.
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Bibliografia
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