n. 4 - Aprile 2014    
 
 
      Retroconference 2014:
aggiornamenti da Boston
 
Novità su RCT
Silvia Nozza, Divisione di Malattie Infettive,
HSR San Raffaele Milano, Università Vita-Salute
Molti i dati emersi dalle sessioni sulla terapia antiretrovirale. Il successo virologico della terapia antiretrovirale in prima linea viene confermato dai dati a 96 settimane di dolutegravir (abs #543). I nuovi trattamenti in prima linea sono altamente efficaci anche nei Paesi in via di sviluppo (abs #542). Una delle terapie di prima scelta nel trattamento dell’infezione da HIV è efavirenz: in uno studio condotto in Africa (ACTG A5175/PEARLS Study), 911 soggetti su 1045 (87%) hanno raggiunto HIV-1 RNA <1000 copie/ml alla settimana 24 di trattamento e il fallimento virologico è correlato alla comparsa di eventi avversi di grado 3, che verosimilmente influenzano l’aderenza (abs #539). ► continua
   
Il nuovo volto della tossicità
Cristina Mussini, Clinica Malattie Infettive e Tropicali, Azienda Ospedaliera-Universitaria Policlinico di Modena
Anche quest’anno il CROI ha dedicato una sessione orale e diversi poster alla tossicità, in particolare a quella cardiovascolare e ossea. Per quanto riguarda la prima, l’accento è stato posto sullo stato d’infiammazione cronica a livello arterioso evidenziabile con la FDG-PET che, nello studio presentato da Zanni et al. (abs #130), è stata per la prima volta posta in correlazione con il “calcium-score” coronarico in 46 pazienti. L’infiammazione sembrerebbe essere indipendente dal viral load al momento dell’esame, dal valore dei linfociti CD4 e dalla durata dell’infezione da HIV, sarebbe tuttavia importante vedere l’esposizione totale alla viremia attraverso l’uso del viral load cumulativo. ► continua
PrEP e nuove tendenze epidemiologiche
Antonio Di Biagio, Clinica Malattie Infettive,
IRCCS AOU San Martino - IST di Genova
La Conferenza di Boston ha, come di consueto, generato entusiasmo nell’ambito della PrEP ed offerto spunti epidemiologici interessanti. In tema di PrEP, il simposio “Use it or lose it” ha consegnato due verdetti: (i) l’aderenza allo schema posologico rappresenta la vera chiave di volta di tutte le strategie preventive basate sui farmaci; (ii) tenofovir (TDF), da solo oppure in combinazione con emtricitabina (FTC), è efficace nel contrastare l’infezione da HIV trasmessa per via sessuale. Inoltre, l’uso di gel intravaginale con TDF riduce il rischio di contrarre HIV (range di protezione variabile tra il 39% ed il 75% delle persone coinvolte). La terapia topica, cosi come la terapia per os, riduce la sua efficacia in condizioni di scarsa aderenza. ► continua
   
Tubercolosi e infezioni opportunistiche
Stefano Bonora, Clinica Malattie Infettive,
Ospedale Amedeo Savoia di Torino
Sul versante della terapia antitubercolare, Dorman et al. hanno presentato (abs #93) uno studio di fase II sull’utilizzo di un regime contenente rifapentina e moxifloxacina al posto di rifampicina ed etambutolo nei primi due mesi di terapia, dimostrando una migliore efficacia microbiologica rispetto al regime standard (tasso di negativizzazione colturale dell’escreato a 2 mesi 94% vs 73%). L’interesse su rifapentina è confermato da uno studio ACTG randomizzato, open label, di non-inferiorità (abs #817), sulla terapia dell’infezione tubercolare latente nei pazienti coinfetti che non ricevono HAART, comparando 3 mesi di rifapentina 900 mg + isoniazide 900 mg una volta alla settimana vs lo standard of care di 9 mesi di isoniazide 300 mg al dì. ► continua
Fattori intrinseci di controllo e protezione
Stefano Rusconi, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche ”Luigi Sacco”, Divisione Clinicizzata di Malattie Infettive, Università degli Studi di Milano
Le interazioni virus-ospite e la definizione dei fattori di restrizione sono stati alcuni dei focus principali di questa edizione. A sottolineare che, oltre all’intervento farmacologico, è nuovamente necessario comprendere quali altri mezzi sono fondamentali per impedire la diffusione dell’infezione da HIV.
Tra i fattori intrinseci di contenimento dell’infezione da HIV sono stati portati dati ulteriori su SAMHD1, che è un fattore di restrizione che viene contrastato da vpx. In particolare, è stata presentata una molecola a basso peso molecolare (MLN 4924) in grado di inibire il Nedd8-activating enzyme (NAE), con attività specifica su SAMHD1. L’attività di MLN 4924 può essere fatta revertire in vitro (abs #45). ► continua
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