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SARS-CoV-2: ridotta risposta anticorpale nelle persone con HIV...

I risultati dell’analisi dei tassi di sieroconversione e...

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

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La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

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La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

SARS-CoV-2: ridotta risposta anticorpale nelle persone con HIV in stadio avanzato

La maggior parte delle persone con HIV arruolate negli studi di efficacia e di sicurezza di vaccini contro SARS-CoV-2 presentano conte normali di CD4 e i risultati ottenuti mostrano l’efficacia della vaccinazione. Pochi sono i dati nelle persone con conte di CD4 inferiori a 500 cellule/mmc. I presupposti dello studio pubblicato su AIDS (https://journals.lww.com/) partono dalle evidenze dell’esistenza di linee-guida specifiche, accesso facilitato alla dose booster e tempi di somministrazione personalizzati nei soggetti immunocompromessi come trapiantati e soggetti in chemio o immunoterapia. I risultati ottenuti, commenta il professor Stefano Rusconi, dell’Università di Milano, evidenziano la necessità di un approccio mirato alle persone con basse conte di CD4 (< 200 cellule/mmc), che presentano inferiori titoli anticorpali anti-SARS-COV-2 e inferiori tassi di sieroconversione rispetto alle persone con HIV con conte superiori di CD4. Proprio questi soggetti sono le persone che dal punto di vista vaccinale sono state ritenute le più fragili e quindi prioritizzate per ricevere il vaccino.  I pazienti con HIV in stadio avanzato vanno tenuti sotto la lente di ingrandimento anche  ai fini di monitorare un eventuale maggior rischio di progressione, sulla base delle risposte anticorpali numericamente inferiori e della minor funzionalità dell’immunità cellulo-mediata.  

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