La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico nella maggior parte delle persone con HIV passate ad un regime 2DR con DTG/3TC.
Tuttavia, dallo studio LAMRES, condotto su 721 individui con infezione da HIV seguiti in Italia, Francia e Spagna, emergerebbe un maggior rischio di rialzo viremico in un sottogruppo di persone con pregressa presenza della mutazione M184V (e quindi con resistenza a 3TC/FTC), che avevano ottenuto la soppressione virologica per un periodo inferiore a 3,5 anni prima di passare al regime 2DR. Il 77% erano uomini, in ART da 7 anni, il 52% in soppressione virologica da almeno 5 anni. In passato, 707 su 712 (99,3%) avevano assunto in precedenza 3TC o FTC, mentre 260 (30%) avevano avuto precedente esperienza a DTG. Sessanta (8,4%) avevano la mutazione M184V rilevata in almeno un precedente test di resistenza. In undici la mutazione era rilevata solo nell’HIV-DNA. I partecipanti con la mutazione M184V avevano una maggiore probabilità di avere una conta dei CD4 < 200 cellule/mm3 (58% vs 30% senza M184V), una storia di trattamento più lunga (20 anni vs 7 anni), più episodi di fallimento terapeutico (3 vs 0) e più regimi di trattamento precedenti (10 vs 3) (tutti p<0,001).
In questo studio, il rialzo viremico è stato definito come due misurazioni consecutive della carica virale superiori alle 50 copie/ml. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa nel rischio di rialzo viremico tra le persone con la mutazione M184V e quelle senza, fino a 3 anni dopo il passaggio al regime 2DR con DTG/3TC. In particolare, a 3 anni dal passaggio, la probabilità di rialzo viremico era dell'11,9% nei soggetti con M184V rispetto al 6,3% di quelli senza (p=0,206). Quando i ricercatori hanno utilizzato definizioni più rigorose di rialzo viremico (superiore alle 200 copie/ml o alle 1,000 copie/ml), non hanno trovato alcuna associazione tra M184V e un rischio più elevato di rialzo viremico.
Stratificando i partecipanti in base alla pregressa presenza della mutazione M184V e alla durata della soppressione virologica prima del passaggio alla 2DR con DTG/3TC, è risultato che tre anni dal cambio terapeutico, le persone con la mutazione M184V che erano state soppresse per meno di 3,5 anni prima del cambio terapeutico avevano una probabilità significativamente maggiore di rialzo viremico, rispetto a quelli con pregressa presenza di M184V e una durata più lunga di soppressione virologica (22,7% vs 7,8%, p =0,007).
Tuttavia, dopo aver aggiustato per le variabili venute significative nell'analisi univariata (categoria di esposizione all'HIV, nazionalità, etnia, viremia zenith, precedente fallimento agli inibitori dell'integrasi), la durata della soppressione virologica prima del cambio a DTG/3TC perdeva di significatività, e gli unici fattori associati al rialzo viremico sono risultati uno zenith di viremia superiore alle 100.000 copie/ml e il fattore di rischio di trasmissione (essere eterosessuale o per via parenterale).
Dopo il rialzo viremico, la soppressione virologica veniva ripristinata in 18 persone su 39 senza cambiare trattamento. Nella maggior parte dei casi, il rialzo viremico era a viremie molto contenute; pertanto, il test di resistenza genotipica è stato effettuato solo in otto persone. Solo una di queste otto persone ha mostrato la mutazione M184V, mentre nessuno ha mostrato resistenza per l’integrasi.
"L'effetto di una breve durata della precedente soppressione virologica nei soggetti con M184V rimane preoccupante e necessita di studi clinici ad hoc per essere confermato", concludono i ricercatori. Essi ipotizzano che un periodo più breve di soppressione virologica prima del passaggio alla duplice terapia con DTG/3TC possa non dare il tempo al pool di virus con la mutazione M184V di diminuire come effetto del trattamento. Un pool più ampio di virus con la mutazione M184V potrebbe aumentare il rischio di rialzo viremico.
Santoro MM et al. Virological efficacy of switch to DTG plus 3TC in a retrospective observational cohort of suppressed HIV-1 patients with or without past M184V: the LAMRES study. Journal of Global Antimicrobial Resistance, 31: 52-62, 2022.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213716522001898
Minor durata della soppressione virologica, maggior rischio di fallimento con DTG/3TC?
La presenza della mutazione M184V, associata a resistenza a lamivudina (3TC) ed emtricitabina (FTC), non aumenta il rischio di rialzo viremico...