Secondo i risultati di un'analisi bibliometrica, limitata allo studio dei batteri, la distribuzione della ricerca microbiologica è disomogenea. Si legge infatti su bioRxiv che la letteratura si è concentrata solo su alcune specie modello, escludendo il 74% delle specie batteriche conosciute. Quanto alle specie più studiate – ossia quelle a cui è stata dedicata almeno una pubblicazione sulle 312.000 oggetto dell’analisi – la metà riguarda Escherichia coli (21%) seguito da Staphylococcus aureus (8.8%), Pseudomonas aeruginosa (4.9%), Mycobacterium tubercolosis (3.9%) e Helicobacter pylori (3%). Insomma, le specie tradizionalmente oggetto della ricerca microbiologica. Gli autori quindi si appellano ai microbiologi perché amplino la loro prospettiva di studio, cercando di abbracciare la complessità della materia per una più approfondita conoscenza del mondo microbico.
Microbi, molto trascurati dalla ricerca scientifica | Secondo i...
Secondo i risultati di un'analisi bibliometrica, limitata...
Secondo i risultati di un'analisi bibliometrica, limitata allo studio dei batteri, la distribuzione della ricerca microbiologica è disomogenea. Si legge infatti su bioRxiv che la letteratura si è concentrata solo su alcune specie modello, escludendo il 74% delle specie batteriche conosciute. Quanto alle specie più studiate – ossia quelle a cui è stata dedicata almeno una pubblicazione sulle 312.000 oggetto dell’analisi – la metà riguarda Escherichia coli (21%) seguito da Staphylococcus aureus (8.8%), Pseudomonas aeruginosa (4.9%), Mycobacterium tubercolosis (3.9%) e Helicobacter pylori (3%). Insomma, le specie tradizionalmente oggetto della ricerca microbiologica. Gli autori quindi si appellano ai microbiologi perché amplino la loro prospettiva di studio, cercando di abbracciare la complessità della materia per una più approfondita conoscenza del mondo microbico.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39803434/
Secondo i risultati di un'analisi bibliometrica, limitata allo studio dei batteri, la distribuzione della ricerca microbiologica è disomogenea. Si legge infatti su bioRxiv che la letteratura si è concentrata solo su alcune specie modello, escludendo il 74% delle specie batteriche conosciute. Quanto alle specie più studiate – ossia quelle a cui è stata dedicata almeno una pubblicazione sulle 312.000 oggetto dell’analisi – la metà riguarda Escherichia coli (21%) seguito da Staphylococcus aureus (8.8%), Pseudomonas aeruginosa (4.9%), Mycobacterium tubercolosis (3.9%) e Helicobacter pylori (3%). Insomma, le specie tradizionalmente oggetto della ricerca microbiologica. Gli autori quindi si appellano ai microbiologi perché amplino la loro prospettiva di studio, cercando di abbracciare la complessità della materia per una più approfondita conoscenza del mondo microbico.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39803434/
Secondo i risultati di un'analisi bibliometrica, limitata allo studio dei batteri, la distribuzione della ricerca microbiologica è disomogenea. Si legge infatti su bioRxiv che la letteratura si è concentrata solo su alcune specie modello, escludendo il 74% delle specie batteriche conosciute. Quanto alle specie più studiate – ossia quelle a cui è stata dedicata almeno una pubblicazione sulle 312.000 oggetto dell’analisi – la metà riguarda Escherichia coli (21%) seguito da Staphylococcus aureus (8.8%), Pseudomonas aeruginosa (4.9%), Mycobacterium tubercolosis (3.9%) e Helicobacter pylori (3%). Insomma, le specie tradizionalmente oggetto della ricerca microbiologica. Gli autori quindi si appellano ai microbiologi perché amplino la loro prospettiva di studio, cercando di abbracciare la complessità della materia per una più approfondita conoscenza del mondo microbico.
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Secondo i risultati di un'analisi bibliometrica, limitata allo studio dei batteri, la distribuzione della ricerca microbiologica è disomogenea. Si legge infatti su bioRxiv che la letteratura si è concentrata solo su alcune specie modello, escludendo il 74% delle specie batteriche conosciute. Quanto alle specie più studiate – ossia quelle a cui è stata dedicata almeno una pubblicazione sulle 312.000 oggetto dell’analisi – la metà riguarda Escherichia coli (21%) seguito da Staphylococcus aureus (8.8%), Pseudomonas aeruginosa (4.9%), Mycobacterium tubercolosis (3.9%) e Helicobacter pylori (3%). Insomma, le specie tradizionalmente oggetto della ricerca microbiologica. Gli autori quindi si appellano ai microbiologi perché amplino la loro prospettiva di studio, cercando di abbracciare la complessità della materia per una più approfondita conoscenza del mondo microbico.
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Secondo i risultati di un'analisi bibliometrica, limitata allo studio dei batteri, la distribuzione della ricerca microbiologica è disomogenea. Si legge infatti su bioRxiv che la letteratura si è concentrata solo su alcune specie modello, escludendo il 74% delle specie batteriche conosciute. Quanto alle specie più studiate – ossia quelle a cui è stata dedicata almeno una pubblicazione sulle 312.000 oggetto dell’analisi – la metà riguarda Escherichia coli (21%) seguito da Staphylococcus aureus (8.8%), Pseudomonas aeruginosa (4.9%), Mycobacterium tubercolosis (3.9%) e Helicobacter pylori (3%). Insomma, le specie tradizionalmente oggetto della ricerca microbiologica. Gli autori quindi si appellano ai microbiologi perché amplino la loro prospettiva di studio, cercando di abbracciare la complessità della materia per una più approfondita conoscenza del mondo microbico.
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Secondo i risultati di un'analisi bibliometrica, limitata allo studio dei batteri, la distribuzione della ricerca microbiologica è disomogenea. Si legge infatti su bioRxiv che la letteratura si è concentrata solo su alcune specie modello, escludendo il 74% delle specie batteriche conosciute. Quanto alle specie più studiate – ossia quelle a cui è stata dedicata almeno una pubblicazione sulle 312.000 oggetto dell’analisi – la metà riguarda Escherichia coli (21%) seguito da Staphylococcus aureus (8.8%), Pseudomonas aeruginosa (4.9%), Mycobacterium tubercolosis (3.9%) e Helicobacter pylori (3%). Insomma, le specie tradizionalmente oggetto della ricerca microbiologica. Gli autori quindi si appellano ai microbiologi perché amplino la loro prospettiva di studio, cercando di abbracciare la complessità della materia per una più approfondita conoscenza del mondo microbico.
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