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Studio SAVE-MORE, COVID-19: il trattamento precoce con anakinra...

Il 64% ha fatto registrare un miglioramento complessivo delle...

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

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  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
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  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

Studio SAVE-MORE, COVID-19: il trattamento precoce con anakinra riduce del 55% la mortalità e i ricoveri in terapia intensiva nei pazienti colpiti da polmonite

Sono stati appena resi noti su MedRxiv i risultati positivi e definitivi, a 28 giorni, dello Studio SAVE-MORE (NCT04680949 - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 - il primo studio randomizzato e controllato condotto su un ampio bacino di pazienti ospedalizzati (circa 600 tra Italia e Grecia) volto in modo specifico a valutare i pazienti COVID-19 a rischio di progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) prima del ricovero in terapia intensiva, attraverso la misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell'attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato ad una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

La somministrazione precoce e mirata di anakinra, in associazione con lo standard terapeutico attuale, ha soddisfatto tutti gli endpoint, dimostrando:

  • Una riduzione relativa del 55% della mortalità e un beneficio quasi triplo nel prevenire la progressione verso l'insufficienza respiratoria grave (IRG) nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole;
  • La riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni.
  • Inoltre, il trattamento con anakinra ha aumentato il numero di dimissioni dall’ospedale senza evidenza di infezione da COVID-19, con un numero di pazienti potenzialmente in guarigione completa superiore di 2,8 volte rispetto a quelli trattati con standard terapeutico e placebo.

“Anakinra è il primo farmaco il cui utilizzo viene personalizzato sulla risposta del paziente al virus” - ha affermato il Prof. Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell'Istituto Spallanzani di Roma. “Per la prima volta, infatti, abbiamo uno strumento estremamente efficace che permette una chiara individualizzazione della terapia su un determinato paziente con quelle caratteristiche e un livello moderato o grave di Covid-19”.

I centri italiani inclusi nello studio sono l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma (centro coordinatore italiano dello studio), il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e l’IRCCS Humanitas, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), l’Ospedale di Jesolo e l’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS di Genova.

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