L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) rappresenta l’istituzione col più alto peso politico al mondo in tema di salute, superiore anche all’Assemblea Mondiale della Salute che si tiene ogni anno a Ginevra con il coordinamento della Organizzazione Mondiale della Salute (OMS, WHO).
Come parte delle UNGA vengono organizzati gli High-Level Meetings (HLM), summit tematici che puntano a galvanizzare gli interessi politici e finanziari dei governi verso temi specifici. Gli incontri tematici interni all’OMS coinvolgono solo i Ministri della Salute che sono notoriamente sotto-finanziati.
Per avere un impatto importante su questioni critiche, è fondamentale elevarne la discussione a un livello superiore, introducendole all’UNGA, specialmente quella che si svolge in settembre e che coinvolge i capi di Stato e i Ministri delle Finanze. Queste autorità hanno ovunque una maggiore influenza nella distribuzione dei fondi rispetto ai Ministri della Salute che dipendono da loro.
Fino ad ora, sei tematiche direttamente collegate alla salute sono state presentate a un HLM: (1) HIV/AIDS nel 2001, 2006, 2011, 2016 e 2021; (2) patologie croniche non trasmissibili nel 2011, 2014 e 2018; (3) resistenza antimicrobica nel 2016; (4) tubercolosi nel 2018 e 2023; (5) copertura universale della salute (UHC, Universal Health Coverage) nel 2019 e 2023; e (6) prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie nel 2023.
In generale, si può ritenere che solo la serie di HLM sull’HIV/AIDS e l’HLM sulla prevenzione delle pandemie abbiano mitigato significativamente l’impatto della malattia, portando a una notevole riduzione della mortalità globale da HIV/AIDS e ad una enorme mobilizzazione di risorse per la risposta al COVID-19. Invece, le dichiarazioni politiche degli HLM sulle altre tematiche non si sono ancora tradotte in un effettivo impegno finanziario o politico sufficiente a contrastare il loro impatto sulla salute globale. Successivamente all’HLM sull’HIV/AIDS, l’istituzione di meccanismi finanziari internazionali quali il Global Fund to fight AIDS, tuberculosis and malaria, UNITAID e il U.S. President’s Emergency Plan for AIDS Relief (PEPFAR) hanno consentito una mobilizzazione di risorse finanziarie senza precedenti e, di conseguenza, una più ampia capacità di intervento dove questo è fondamentale.
A loro volta fondamentali per il successo dell’HLM su HIV/AIDS sono stati, tra gli altri, un ampio consenso tra gli Stati Membri, un pieno supporto della società civile, il coinvolgimento di organi di alto livello come il Consiglio di Sicurezza e il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU, e l’introduzione di obiettivi SMART nella dichiarazione politica. Questi sono obiettivi specifici, misurabili, realizzabili, rilevanti e con limiti di tempo, che erano assenti o poco presenti nelle dichiarazioni di altri HLM, dove vi erano per lo più degli ampi e generali impegni politici. La percezione dei leader e dei Paesi Membri rispetto ai temi affrontati è cruciale. La pandemia da COVID-19 ha acuito le disuguaglianze sociali tra i Paesi e al loro interno, rappresentando un duro colpo per le economie e suscitando preoccupazioni per la sicurezza nazionale e internazionale. L’impatto emotivo e mediatico è stato senza precedenti.
Ciò ha portato a una massiccia partecipazione politica durante l’HLM sulla prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie nel 2023, con la presenza di 41 tra Presidenti e Primi Ministri quando la presenza dei capi di Stato è stata spesso scarsa o chiaramente insufficiente negli altri eventi organizzati sinora. Per quanto riguarda la lotta alle pandemie, in poco meno di un anno sono stati garantiti al solo Fondo Pandemico US$ 2 miliardi. A confronto ci sono i circa US$ 580 milioni a sostegno dei progetti contro le malattie non trasmissibili (come Development Assistance for Health) stanziati a un anno dal rispettivo HLM (2011).
Come evidenziato anche dal rapporto del 2023 del Segretario Generale ONU e il rapporto di spesa globale per la salute dell'OMS, nelle dichiarazioni politiche degli HLM su tubercolosi e UHC del 2023, che riprendevano gli impegni assunti precedentemente, l’insufficiente progresso ottenuto degli obiettivi prefissati è stato attribuito agli effetti deleteri della pandemia da COVID-19 sulla gestione dei servizi sanitari e all'impreparazione generale ad affrontare la pandemia. Tuttavia, gli sforzi dei Paesi sono stati sicuramente discutibili e parrebbe che i leader abbiano abusato della pandemia come capro espiatorio per giustificare le carenze dei Ministeri.
Per concludere, un certo grado di progresso a seguito degli HLM è evidenziabile, anche se non ha raggiunto quanto richiesto nelle dichiarazioni politiche. Infatti, sono numerose le divergenze tra gli impegni assunti dai governi e le politiche effettivamente intraprese, soprattutto per le tematiche che hanno visto un coinvolgimento quasi esclusivo dei Ministri della Salute.
Elevare la discussione a un livello più alto come l’UNGA è fondamentale per l’implementazione delle azioni descritte nelle dichiarazioni politiche risultanti. Queste vanno poi arricchite con obiettivi SMART, che responsabilizzino i governi agli impegni assunti anche dal punto di vista temporale. In generale, gli HLM sono certamente importanti nell’evidenziare le sfide internazionali della salute delle popolazioni. In ultima ratio, tuttavia, sono la volontà politica dei singoli governi e l'orientamento dei loro portafogli a fare la differenza.