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Il piano vaccinale 2023-25 | Grazie ad un calendario vaccinale...

Grazie ad un calendario vaccinale aggiornabile il nuovo PNV...

N.2 2023
Editoriale
Il piano vaccinale 2023-25

Pier Luigi Lopalco
Professore ordinario di Igiene, Università del Salento

Grazie ad un calendario vaccinale aggiornabile il nuovo PNV 2023-25 favorisce comportamenti uniformi tra le Regioni. Le aree di intervento identificate sono la disomogeneità di offerta e di copertura vaccinale tra le Regioni, le problematiche di equità di accesso e le inefficienze a livello nazionale, legate alla mancata standardizzazione dei sistemi informativi regionali

 

FigEra il 1999 quando veniva approvato il primo Piano Nazionale Vaccini (PNV), sotto forma di accordo fra Governo, Regioni e Province Autonome. Con il PNV 1999-2000 si avvia una vera e propria nuova epoca per le vaccinazioni. La disponibilità di nuovi vaccini e la sempre maggiore consapevolezza del valore della vaccinazione avevano infatti, da un lato, aperto nuovi orizzonti nei programmi di prevenzione ma, dall’altro, introdotto elementi di complessità tali che necessitavano di maggiore guida e coordinamento. Tale necessità si rende ancora più evidente negli anni successivi quando l’assetto istituzionale del Paese trasferisce alle Regioni sempre maggiori spazi di autonomia.

Il PNV successivo viene pubblicato dopo cinque anni dalla scadenza del primo. Nel PNV 2005-2007 emerge chiaramente la necessità di uniformare strategie e comportamenti delle singole Regioni. La regionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale aveva infatti generato una situazione a macchia di leopardo sia in termini di offerta che di coperture vaccinali.

L’obiettivo di armonizzare i comportamenti e ridurre le diseguaglianze regionali guida anche i successivi PNV che vedranno la luce nel 2010, nel 2012 e infine nel 2017, con mancato rispetto della prevista cadenza triennale. Il PNV 2017-19 viene prorogato fino al 2021, con piccoli aggiustamenti relativi agli obiettivi di copertura che vengono spostati in avanti anno dopo anno.

Si è giunti ora, finalmente, alla pubblicazione del PNV 2023-25 che presenta, già ad una prima lettura, una novità importante. Nel nuovo PNV il calendario vaccinale rappresenta un documento a sé stante che può essere aggiornato in maniera indipendente dal PNV. Questo, che potrebbe a prima vista sembrare solo un dettaglio, è invece un passo in avanti importante che favorisce in modo sostanziale l’uniformità di comportamenti delle Regioni. Uno dei motivi della famosa pelle di leopardo, infatti, derivava proprio dai ritardi con cui i PNV, con annesso calendario vaccinale, venivano pubblicati. L’introduzione di nuove vaccinazioni, promossa dalla sempre più frequente disponibilità di prodotti vaccinali, veniva infatti gestita autonomamente dalle singole Regioni con immancabili balzi in avanti da parte di quelle più intraprendenti. Tra la pubblicazione di un PNV ed il successivo, quindi, era tutto un proliferare di calendari vaccinali regionali che inducevano inevitabili fattori di diseguaglianza. La possibilità, oggi, di aggiornare il calendario vaccinale nazionale senza dover modificare gli indirizzi ed i principi contenuti nel PNV rappresenta, quindi, un progresso non di poco conto.

Le aree prioritarie di azione individuate dal PNV 2023-25 rappresentano il punto di partenza da cui si sviluppa il Piano. Ancora una volta, la prima criticità individuata è la disomogeneità di offerta vaccinale fra le Regioni. Disomogeneità che si riflette anche nel diseguale raggiungimento degli obiettivi di copertura vaccinale. Le diseguaglianze individuate nel PNV interessano anche le modalità organizzative che portano a problemi di equità di accesso e inefficienze sul territorio nazionale.

La mancata realizzazione dell’anagrafe vaccinale nazionale viene indicata come una componente di tali inefficienze. La difficoltà nella sua concretizzazione è in buona parte legata alla mancanza di standardizzazione dei sistemi informativi regionali e comunque impedisce la necessaria attività di monitoraggio continuo ed affidabile delle coperture.

Nella lista delle azioni prioritarie spicca un richiamo importante al fatto che l’offerta vaccinale prevista dal PNV è da considerarsi fra i livelli essenziali di assistenza (LEA). L’aggiornamento dei LEA è dunque una criticità da superare per garantire al cittadino l’accesso gratuito a tutte le vaccinazioni previste dagli aggiornamenti del calendario vaccinale. Infine, ma non da ultimo, il PNV 2023-25 evidenzia la mancata definizione di un processo decisionale standardizzato per l’inserimento delle nuove vaccinazioni nel calendario, con la necessità di promuovere e finanziare processi basati sull’evidenza come l’Health Tecnology Assessment (HTA) a supporto dei soggetti decisori.

Sulla scorta di tali azioni prioritarie, il PNV indica dunque dieci obiettivi:

  • Mantenere lo status polio-free
  • Raggiungere e mantenere l’eliminazione di morbillo e rosolia
  • Rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie HPV-correlate
  • Raggiungere e mantenere le coperture vaccinali target rafforzando Governance, Reti e percorsi di prevenzione vaccinale
  • Promuovere interventi vaccinali nei gruppi di popolazione ad alto rischio per patologia, favorendo un approccio centrato sulle esigenze del cittadino/paziente
  • Ridurre le diseguaglianze e prevedere azioni per i gruppi di popolazione difficilmente raggiungibili e/o con bassa copertura vaccinale
  • Completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali regionali e mettere a regime l’anagrafe vaccinale nazionale
  • Migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili da vaccino
  • Rafforzare la comunicazione in campo vaccinale
  • Promuovere nei professionisti sanitari la cultura delle vaccinazioni e la formazione in vaccinologia.

Si tratta di obiettivi ambiziosi su cui tutte le articolazioni del servizio sanitario dovrebbero concentrarsi, alla luce del fatto che essi rappresentano appunto livelli essenziali di assistenza.

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