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N.3 2024
Editoriale
AI nello sviluppo e nella programmazione dei vaccini

Davide Gori
Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie - DIBINEM - Università di Bologna

Quanto l’applicazione dell’intelligenza artificiale potrà influenzare i processi di programmazione e sviluppo dei vaccini.

 

Fig1L’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) nell’assistenza sanitaria ha rivoluzionato diversi aspetti della pratica medica, tra cui la programmazione e lo sviluppo di nuovi tipi di vaccinazioni per nuovi target.

L’applicazione della AI offre soluzioni che accelerano il processo di programmazione, migliorando in particolare efficienza e accessibilità di nuovi vaccini e nuove tecnologie vaccinali. Questo articolo esplora brevemente l’impatto multiforme dell’AI sullo sviluppo e sulla programmazione delle vaccinazioni.

 

L’impatto dell’AI nello sviluppo dei vaccini

L’AI ha permesso di velocizzare il processo di sviluppo dei vaccini. Mentre il processo di sviluppo dei vaccini tradizionalmente richiedeva anni di ricerca e sperimentazione, l’utilizzo di algoritmi avanzati e della AI riduce il tempo necessario per identificare candidati vaccinali promettenti. Ad esempio, l’AI può analizzare vasti insiemi di dati genetici per individuare i bersagli ideali di un vaccino e progettare prototipi vaccinali finalizzati ad interagire con epitopi proteici, il cui complesso antigene-anticorpo ottimizzerà l’effettiva risposta immunitaria.

Lo sviluppo tempestivo di vaccini con questa tecnica, in particolar modo se abbinato a una piattaforma vaccinale esistente e duttile, come i vaccini a mRNA, potrebbe consentire la produzione di vaccini da valutare tramite test clinici entro poche settimane dall’individuazione di una nuova minaccia pandemica. Si tratta di un approccio similare a quello usato per lo sviluppo del vaccino contro SARS-CoV-2, accelerato dall’uso del cosiddetto machine learning.

 

AI e programmazione delle campagne vaccinali

L’AI sta trasformando anche la programmazione delle campagne vaccinali. Essa può analizzare dati demografici, epidemiologici e comportamentali per prevedere l’andamento delle epidemie, per ottimizzare la distribuzione dei vaccini e capire quanto verranno accettati dalla popolazione al fine di massimizzare l’adesione e contrastare fenomeni legati alla fiducia della popolazione nei confronti della pratica vaccinale: la cosidetta Vaccine Hesitancy.

Già durante la pandemia di COVID-19, i modelli di AI sono stati utilizzati per prevedere i focolai di infezione e per pianificare la distribuzione dei vaccini per raggiungere le popolazioni più a rischio. Questo approccio ha migliorato l’efficienza delle campagne vaccinali e ha contribuito a contenere la diffusione del virus. Inoltre, vanno considerati gli sviluppi degli assistenti virtuali basati su AI che possono fornire informazioni sui vaccini, rispondere a domande frequenti e dissipare miti. Questo può potenziare le risposte degli operatori sanitari che possono beneficiare degli strumenti basati su AI per fornire consigli più informati e personalizzati ai pazienti esitanti.

 

Le sfide e le prospettive future

Nonostante i notevoli progressi, l’integrazione dell’AI in vaccinologia presenta ancora diverse sfide.

La principale è la raccolta dei dati: sia come servizi di Sanità Pubblica che nella potenziale progettazione di vaccini e programmazione delle campagne abbiamo necessità di avere dati accurati, completi e aggiornati. Tuttavia, la raccolta e la gestione dei dati sanitari rimangono frammentarie e/o insufficienti in moltissime parti del mondo.

Inoltre, l’uso della AI in medicina ci impone tematiche etiche e di privacy, sia come operatori che come cittadini: la loro opportuna regolamentazione è necessaria a garantire che queste nuove tecnologie siano implementate e utilizzate in modo responsabile.

Guardando al futuro, le prospettive per l’AI nel settore dei vaccini sono molto promettenti, potendo accelerare la creazione di vaccini personalizzati, progettati per adattarsi alle caratteristiche genetiche e immunologiche di individui o gruppi specifici. Prospettive che riguardano non solo i vaccini contro le malattie infettive ma anche la progettazione di vaccini efficaci contro altre patologie, oggi sempre più frequenti, come i tumori.

Pertanto, bisognerà continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie AI, affrontando al contempo le sfide etiche e pratiche e realizzare appieno il potenziale di queste innovazioni nell’assistenza sanitaria globale, e le sfide del futuro.

Nonostante tutto, personalmente, mi rimane un dubbio misto a speranza. Sarà davvero l’intelligenza artificiale capace di eliminare non solo le malattie infettive ma anche la Vaccine Hesitancy?

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