Una small molecule inibitrice del recettore della CSF1-chinasi (CSF1R), già sperimentata contro il cancro e alcune malattie autoimmuni, potrebbe contribuire ad eliminare HIV da un serbatoio anatomico così importante come il sistema nervoso centrale, in cui il virus continua a persistere e a replicare nonostante la terapia antiretrovirale efficace. Nello studio pubblicato su Brain, i ricercatori della Tulane University hanno utilizzato la small molecule BLZ945 in macachi rhesus con infezione acuta da virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) per esaminare il ruolo del CSF1R come potenziale bersaglio terapeutico.
Per prima cosa, hanno mostrato che il CSF1R è risultato upregolato e attivato nel cervello durante l'infezione acuta da SIV. Hanno inoltre ipotizzato che l'inibizione dell'asse CSF1/CSF1R avrebbe potuto indurre un’aumentata apotosi dei macrofagi e la conseguente riduzione della carica virale nel tessuto cerebrale. Hanno infine dimostrato che l'inibizione del CSF1R mediante BLZ945 causa la deplezione dei macrofagi perivascolari e che tale deplezione correla con la diminuzione del 95-99% della carica virale nel tessuto cerebrale, senza avere un impatto significativo sulle microglia. Questo studio fornisce la prova che i PVM infetti sono altamente sensibili all'inibizione del CSF1R, aprendo nuove possibilità di ottenere la clearance virale.
https://academic.oup.com/brain/advance-article/doi/10.1093/brain/awae153/7714669
Una small molecule inibitrice del recettore della CSF1-chinasi (CSF1R), già sperimentata contro il cancro e alcune malattie autoimmuni, potrebbe contribuire ad eliminare HIV da un serbatoio anatomico così importante come il sistema nervoso centrale, in cui il virus continua a persistere e a replicare nonostante la terapia antiretrovirale efficace. Nello studio pubblicato su Brain, i ricercatori della Tulane University hanno utilizzato la small molecule BLZ945 in macachi rhesus con infezione acuta da virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) per esaminare il ruolo del CSF1R come potenziale bersaglio terapeutico.
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https://academic.oup.com/brain/advance-article/doi/10.1093/brain/awae153/7714669
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https://academic.oup.com/brain/advance-article/doi/10.1093/brain/awae153/7714669
Una small molecule inibitrice del recettore della CSF1-chinasi (CSF1R), già sperimentata contro il cancro e alcune malattie autoimmuni, potrebbe contribuire ad eliminare HIV da un serbatoio anatomico così importante come il sistema nervoso centrale, in cui il virus continua a persistere e a replicare nonostante la terapia antiretrovirale efficace. Nello studio pubblicato su Brain, i ricercatori della Tulane University hanno utilizzato la small molecule BLZ945 in macachi rhesus con infezione acuta da virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) per esaminare il ruolo del CSF1R come potenziale bersaglio terapeutico.
Per prima cosa, hanno mostrato che il CSF1R è risultato upregolato e attivato nel cervello durante l'infezione acuta da SIV. Hanno inoltre ipotizzato che l'inibizione dell'asse CSF1/CSF1R avrebbe potuto indurre un’aumentata apotosi dei macrofagi e la conseguente riduzione della carica virale nel tessuto cerebrale. Hanno infine dimostrato che l'inibizione del CSF1R mediante BLZ945 causa la deplezione dei macrofagi perivascolari e che tale deplezione correla con la diminuzione del 95-99% della carica virale nel tessuto cerebrale, senza avere un impatto significativo sulle microglia. Questo studio fornisce la prova che i PVM infetti sono altamente sensibili all'inibizione del CSF1R, aprendo nuove possibilità di ottenere la clearance virale.
https://academic.oup.com/brain/advance-article/doi/10.1093/brain/awae153/7714669
Una small molecule inibitrice del recettore della CSF1-chinasi (CSF1R), già sperimentata contro il cancro e alcune malattie autoimmuni, potrebbe contribuire ad eliminare HIV da un serbatoio anatomico così importante come il sistema nervoso centrale, in cui il virus continua a persistere e a replicare nonostante la terapia antiretrovirale efficace. Nello studio pubblicato su Brain, i ricercatori della Tulane University hanno utilizzato la small molecule BLZ945 in macachi rhesus con infezione acuta da virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) per esaminare il ruolo del CSF1R come potenziale bersaglio terapeutico.
Per prima cosa, hanno mostrato che il CSF1R è risultato upregolato e attivato nel cervello durante l'infezione acuta da SIV. Hanno inoltre ipotizzato che l'inibizione dell'asse CSF1/CSF1R avrebbe potuto indurre un’aumentata apotosi dei macrofagi e la conseguente riduzione della carica virale nel tessuto cerebrale. Hanno infine dimostrato che l'inibizione del CSF1R mediante BLZ945 causa la deplezione dei macrofagi perivascolari e che tale deplezione correla con la diminuzione del 95-99% della carica virale nel tessuto cerebrale, senza avere un impatto significativo sulle microglia. Questo studio fornisce la prova che i PVM infetti sono altamente sensibili all'inibizione del CSF1R, aprendo nuove possibilità di ottenere la clearance virale.
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Una small molecule inibitrice del recettore della CSF1-chinasi (CSF1R), già sperimentata contro il cancro e alcune malattie autoimmuni, potrebbe contribuire ad eliminare HIV da un serbatoio anatomico così importante come il sistema nervoso centrale, in cui il virus continua a persistere e a replicare nonostante la terapia antiretrovirale efficace. Nello studio pubblicato su Brain, i ricercatori della Tulane University hanno utilizzato la small molecule BLZ945 in macachi rhesus con infezione acuta da virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) per esaminare il ruolo del CSF1R come potenziale bersaglio terapeutico.
Per prima cosa, hanno mostrato che il CSF1R è risultato upregolato e attivato nel cervello durante l'infezione acuta da SIV. Hanno inoltre ipotizzato che l'inibizione dell'asse CSF1/CSF1R avrebbe potuto indurre un’aumentata apotosi dei macrofagi e la conseguente riduzione della carica virale nel tessuto cerebrale. Hanno infine dimostrato che l'inibizione del CSF1R mediante BLZ945 causa la deplezione dei macrofagi perivascolari e che tale deplezione correla con la diminuzione del 95-99% della carica virale nel tessuto cerebrale, senza avere un impatto significativo sulle microglia. Questo studio fornisce la prova che i PVM infetti sono altamente sensibili all'inibizione del CSF1R, aprendo nuove possibilità di ottenere la clearance virale.
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Una small molecule inibitrice del recettore della CSF1-chinasi (CSF1R), già sperimentata contro il cancro e alcune malattie autoimmuni, potrebbe contribuire ad eliminare HIV da un serbatoio anatomico così importante come il sistema nervoso centrale, in cui il virus continua a persistere e a replicare nonostante la terapia antiretrovirale efficace. Nello studio pubblicato su Brain, i ricercatori della Tulane University hanno utilizzato la small molecule BLZ945 in macachi rhesus con infezione acuta da virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) per esaminare il ruolo del CSF1R come potenziale bersaglio terapeutico.
Per prima cosa, hanno mostrato che il CSF1R è risultato upregolato e attivato nel cervello durante l'infezione acuta da SIV. Hanno inoltre ipotizzato che l'inibizione dell'asse CSF1/CSF1R avrebbe potuto indurre un’aumentata apotosi dei macrofagi e la conseguente riduzione della carica virale nel tessuto cerebrale. Hanno infine dimostrato che l'inibizione del CSF1R mediante BLZ945 causa la deplezione dei macrofagi perivascolari e che tale deplezione correla con la diminuzione del 95-99% della carica virale nel tessuto cerebrale, senza avere un impatto significativo sulle microglia. Questo studio fornisce la prova che i PVM infetti sono altamente sensibili all'inibizione del CSF1R, aprendo nuove possibilità di ottenere la clearance virale.
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Una small molecule inibitrice del recettore della CSF1-chinasi (CSF1R), già sperimentata contro il cancro e alcune malattie autoimmuni, potrebbe contribuire ad eliminare HIV da un serbatoio anatomico così importante come il sistema nervoso centrale, in cui il virus continua a persistere e a replicare nonostante la terapia antiretrovirale efficace. Nello studio pubblicato su Brain, i ricercatori della Tulane University hanno utilizzato la small molecule BLZ945 in macachi rhesus con infezione acuta da virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) per esaminare il ruolo del CSF1R come potenziale bersaglio terapeutico.
Per prima cosa, hanno mostrato che il CSF1R è risultato upregolato e attivato nel cervello durante l'infezione acuta da SIV. Hanno inoltre ipotizzato che l'inibizione dell'asse CSF1/CSF1R avrebbe potuto indurre un’aumentata apotosi dei macrofagi e la conseguente riduzione della carica virale nel tessuto cerebrale. Hanno infine dimostrato che l'inibizione del CSF1R mediante BLZ945 causa la deplezione dei macrofagi perivascolari e che tale deplezione correla con la diminuzione del 95-99% della carica virale nel tessuto cerebrale, senza avere un impatto significativo sulle microglia. Questo studio fornisce la prova che i PVM infetti sono altamente sensibili all'inibizione del CSF1R, aprendo nuove possibilità di ottenere la clearance virale.
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Per prima cosa, hanno mostrato che il CSF1R è risultato upregolato e attivato nel cervello durante l'infezione acuta da SIV. Hanno inoltre ipotizzato che l'inibizione dell'asse CSF1/CSF1R avrebbe potuto indurre un’aumentata apotosi dei macrofagi e la conseguente riduzione della carica virale nel tessuto cerebrale. Hanno infine dimostrato che l'inibizione del CSF1R mediante BLZ945 causa la deplezione dei macrofagi perivascolari e che tale deplezione correla con la diminuzione del 95-99% della carica virale nel tessuto cerebrale, senza avere un impatto significativo sulle microglia. Questo studio fornisce la prova che i PVM infetti sono altamente sensibili all'inibizione del CSF1R, aprendo nuove possibilità di ottenere la clearance virale.
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Per prima cosa, hanno mostrato che il CSF1R è risultato upregolato e attivato nel cervello durante l'infezione acuta da SIV. Hanno inoltre ipotizzato che l'inibizione dell'asse CSF1/CSF1R avrebbe potuto indurre un’aumentata apotosi dei macrofagi e la conseguente riduzione della carica virale nel tessuto cerebrale. Hanno infine dimostrato che l'inibizione del CSF1R mediante BLZ945 causa la deplezione dei macrofagi perivascolari e che tale deplezione correla con la diminuzione del 95-99% della carica virale nel tessuto cerebrale, senza avere un impatto significativo sulle microglia. Questo studio fornisce la prova che i PVM infetti sono altamente sensibili all'inibizione del CSF1R, aprendo nuove possibilità di ottenere la clearance virale.
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