Focus sui fattori di protezione |
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Camilla Tincati, Dipartimento di Scienze della Salute, Clinica di Malattie Infettive e Tropicali, Ospedale San Paolo, Università degli Studi di Milano |
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Il ruolo dei fattori di protezione è stato discusso nel simposio, “Progress in deciphering HIV specific immunity” (sessione 50). Derdeyn in “Viral escape and neutralizing antibody evolution in early HIV-1 infection” (abs 158) ha studiato la risposta di anticorpi neutralizzanti a ceppi di HIV con envelope a elevata complessità conformazionale. Anticorpi diversi sono in grado di neutralizzare un differente numero di viral escape e variazioni nelle catene leggere potrebbero essere responsabili dell’aumento della capacità neutralizzante autologa. » continua |
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Cambiamenti epidemiologici |
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Ottavia Viganò, Divisione Clinicizzata di Malattie Infettive, DIBIC, Ospedale Luigi Sacco, Università degli Studi di Milano |
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Dal CROI 2013 arriva un’allerta: più della metà delle nuove infezioni da HIV è rappresentata da soggetti di età inferiore a 25 anni. L’argomento è stato ampiamente trattato nel simposio “When Worlds Collide - Adolescents and HIV”, individuando tre sottopopolazioni a rischio aumentato e possibili strategie di intervento.
Tra gli adolescenti omo/bisessuali si registra un'aumentata incidenza di infezione sia nei paesi in via di sviluppo (Hakim et al, abs 1021; Colby et al, abs 1023) che nella parte del mondo a più elevate risorse (Harper et al, abs 115); in questa delicata fase della crescita, l'identità individuale si delinea all’interno del complesso intersecarsi di fattori personali (identità sessuale), sociali (diseguaglianza etnica), culturali, religiosi e politici, che da un lato alimentano il rischio ma rappresentano anche gli obiettivi di strategie di prevenzione multidisciplinari (famiglia, amici, comunità, scuola). » continua |
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RCT in HIV: sulla strada giusta? |
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Silvia Nozza, Divisione di Malattie Infettive, HSRSan raffaele Milano, Università Vita-Salute |
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Ad Atlanta i trial randomizzati in soggetti naive ed experienced hanno posto l’accento non solo sull’efficacia, ma in particolare sulla safety già a breve termine.
Tra gli studi condotti in soggetti naive, uno studio di fase II ha confrontato l’utilizzo del profarmaco di tenofovir (TAF) con tenofovir (TDF) associato a emtricitabina/cobicistat/elvitegravir. I risultati a 24 settimane sono comparabili per quanto riguarda l’efficacia virologica, ma TAF mostra già un migliore profilo di tossicità ossea e renale (Zolopa et al, abs 99L).
L’efficacia di un nuovo antagonista del CCR5, cenicriviroc (CVC) associato a TDF/FTC è stata confrontata in uno studio di fase II rispetto a TDF/FTC/EFV. A 24 settimane l’efficacia virologica è leggermente superiore nel gruppo trattato con EFV, ma la discontinuazione legata agli effetti collaterali è minore nel braccio di trattamento con CVC. » continua |
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Novità nel trattamento anti-HCV |
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Manuela Colafigli, Laboratorio di Virologia, Università Cattolica, Roma |
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Ampio spazio alla terapia antivirale nei pazienti con infezione da virus C monoinfetti e coinfetti con HIV.
Telaprevir (TPV) con Peg-IFN + ribavirina (PR) ha ottenuto risposte virologiche sostenute (SVR) fino al 74% nei pazienti con confezione HIV/HCV (HCV geno 1) non responder (NR) al precedente trattamento con PR (Cotte et al, abs 36) e fino al 59% in pazienti afro-americani con coinfezione e geno HCV 1, IL28 principalmente CT o TT pregressi NR a PR (Flamm et al, abs 678). I risultati sono stati comparabili in termini di risposte e sviluppo di resistenze (V36M+R155K) a quelli ottenuti nei monoinfetti HCV (Sherman et al, abs 675). » continua |
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