[ n. 5 - Aprile 2012 ]
 
 
 
Novità dal CROI 2012
Nella seconda newsletter dedicata agli aggiornamenti provenienti da Seattle, ci occupiamo di strategie terapeutiche alternative per il trattamento dell'infezione da HIV per ripristinare numero e funzione delle cellule T a livello gastrointestinale, di resistenza ai nuovi e "vecchi" ARV, di viremia residua, di studi immunologici, di latenza e di reservoir virali.
 
T-cell mediated responses & strategies
Giulia Marchetti, Camilla Tincati, Clinica di Malattie Infettive e Tropicali - Dipartimento di Medicina, Chirurgia, Odontoiatria
Università degli Studi di Milano – Ospedale “San Paolo”
Le strategie terapeutiche alternative per il trattamento dell’infezione da HIV ora puntano a ripristinare il numero e la funzione delle cellule T a livello gastrointestinale. Il gruppo di I. Sereti (#94) ha dimostrato che la somministrazione di IL-7 ricombinante in pazienti con scarso recupero immunologico in corso di cART efficace (INSPIRE2), determina un incremento selettivo delle cellule T CD4+ intestinali a fronte di un’espansione di linfociti T CD4+ e CD8+ in periferia. » continua
Drug resistance
Mauro Zaccarelli, UOC Malattie Infettive, INMI Spallanzani, Roma
Nuovi NNRTI - Dal CROI 2012 giungono nuovi dati su rilpivirina (RPV) nello studio di fase III a 96 settimane: il 14% dei pazienti mostrava fallimento con resistenza nel 53%. E138K e M184I erano le mutazioni più frequenti (K103N e M184V nel braccio EFV) (Rimsky L, #708).  E138K era infrequente in precedenti fallimenti a NNRTI (#710) con incremento di IC50 2.2-fold (Hu Z, Kuritzkes DR #706) mentre Y188L si configurava come novel per RPV con incremento fino a 9.2-fold (Haddad, M #695). » continua
Residual viremia quantification challenges
Francesco R. Simonetti, Divisione di Infettivologia, Azienda Ospedaliera Luigi Sacco, MIlano
Clinica - Pazienti con viremia residua persistentemente non rilevabile risultano associati a trattamenti di durata maggiore e contenenti un NNRTI. Tali soggetti vanno incontro meno frequentemente a blip e presentano un rischio minore di selezione di varianti resistenti (Pugliese P, #674) e di fallimento virologico (Cologni G, #348). » continua
Basic immunology
Miriam Lichtner, Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive Sapienza, Università di Roma Polo Pontino
Alcune sessioni sono state dedicate ai fattori dell’ospite che giocano un ruolo nell’infezione da HIV: nell’opening session D. Burton ha illustrato lo stato dell’arte sugli anticorpi neutralizzanti, sottolineando la possibilità di delineare l’esatta struttura immunogenica della superficie virale al fine di strategie vaccinali efficaci (#15). » continua
Viral latency and reservoirs
Valentina Svicher, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Scienze Biomediche, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Meccanismi alla base della latenza di HIV - E’ stata identificata una sequenza nucleotidica cruciale per innescare lo stato di latenza nei linfociti. A differenza del sottotipo B, il sottotipo E è privo di questa regione e pertanto può instaurare principalmente infezioni produttive (Wolschendorf F, #371). » continua
 
www.readfiles.it
 
Leggi ReAd files
 
Contatta la redazione
© Effetti srl
TUTELA DELLA PRIVACY - La informiamo che gli indirizzi di posta elettronica inseriti nel nostro archivio,
provengono da elenchi e servizi di pubblico dominio, pubblicati anche via web o per autorizzazione dei possessori.
Nel pieno rispetto del Codice in materia di protezione dei dati personali (D.lgs. 196/2003).
Lei ha il diritto di conoscere, modificare, far cancellare e opporsi al trattamento dei suoi dati personali.
Clicchi qui se non desidera più ricevere questa newsletter.