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Anche per lo studio italiano MIST i peg-interferoni
non sono uguali |
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Presentati oggi al 59° congresso dell’American Association for the Study of Liver Diseases i risultati dello studio randomizzato italiano Milan Safety Tolerability (MIST), secondo cui il trattamento con peg-interferone alfa2a determina più guarigioni definitive del trattamento con peg-interferone alfa2b |
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Peg-interferoni: diversa efficacia
stessa tollerabilità |
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I risultati dello studio MIST si collocano nel settore di ricerca che ha permesso, negli ultimi anni, il miglioramento della risposta al trattamento anti-HCV. La dimostrazione che i due interferoni peghilati hanno diversa potenza terapeutica contribuisce alla ottimizzazione del trattamento dell’epatite C, |
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dando risposte concrete alle centinaia di migliaia di pazienti che, in Italia, sono infettati dal virus HCV e che in una quota significativa rischiano di sviluppare cirrosi, epatocarcinoma o sono destinati al trapianto a causa dell’evoluzione terminale della malattia. Ne abbiamo parlato con il professor Massimo Colombo, Divisione di Gastroenterologia I, IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano. |
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La premessa |
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Dall’entrata in commercio, i due peg-interferoni sono stati considerati equivalenti in termini di sicurezza, tollerabilità ed efficacia.
Il fatto che le due molecole sono diverse per struttura, funzione e caratteristiche farmaco-cinetiche e farmaco-dinamiche ci ha fatto ritenere possibile che potessero differire anche per potenza e tollerabilità. Cinque anni fa, pertanto, abbiamo iniziato lo studio MIST, per confrontare il trattamento con i due peg-interferoni in commercio e per stabilire, nel caso fossero emerse differenze, quale terapia fosse più conveniente per la cura dei pazienti con epatite cronica C.
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L'analisi |
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L’analisi intention-to-treat, che ipotizza come fallimento terapeutico tutti i pazienti che per qualunque ragione non completano lo studio o sono persi all’analisi finale, ha dimostrato che i due regimi sono comparabili per sicurezza e tollerabilità, inclusa la necessità di somministrare fattori emopoietici di crescita per bilanciare la soppressione midollare farmaco-dipendente. Lo studio ha dimostrato, invece, la superiorità di peg-IFN alfa2a rispetto a peg-IFN alfa2b nell’eradicare l’infezione HCV: i pazienti trattati con peg-IFN alfa2a hanno avuto percentuali di risposta virologica sostenuta (SVR) del 66% rispetto al 54% dei pazienti trattati con peg-IFN alfa2b (p=0.02). |
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Il commento |
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Complessivamente, i dati del nostro studio sono coerenti con i risultati di altri studi di confronto come lo studio indipendente di Ascione e coll., presentato all’ultimo congresso dell’European Association for the Study of the Liver (EASL), che ha riportato percentuali di SVR maggiori nei pazienti trattati con peg-IFN alfa2a rispetto ai pazienti trattati con peg-IFN alfa2b (69% vs 54%; p=0.008)... |
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