Fortunatamente invece, si stima che le infezioni a trasmissione verticale (MTCT) non abbiano una frequenza superiore al 15% e che di queste solo il 3-5% progredisca verso una forma cronica. Ad oggi, oltre alla viremia della madre infetta, non esistono dei fattori specifici che possano associarsi ad un maggiore tasso di infezione o al contrario di protezione.
Interessanti i dati emersi dalla sessione Hepatitis C virus/HIV associated malignancies: Wiles DI (#127) ha presentato i risultati relativi al trial in fase 3 MAGELLAN-3, con 23 pazienti arruolati (≥18 anni) che mostravano un fallimento virologico con glecaprevir/pibrentasavir (G/P). Questi ultimi sono stati divisi in due gruppi che hanno seguito per 12 o 16 settimane lo stesso trattamento: combinazione di G/P 300 mg/120 mg una volta al giorno (QD) + sofosbuvir (SOF) 400 mg QD + ribavirina (RBV) 1.000-1.200 mg (in base al peso, due volte al giorno). I dati preliminari mostrano che il trattamento combinato G/P + SOF + RBV venga ben tollerato e presenti alti livelli di SVR12.
Sempre nell’ambito delle AHC, Ryan P (#129) ha presentato i dati dello studio osservazionale PROBE-C, relativo ad una corte europea sempre caratterizzata dalla presenza di coinfezione HCV/HIV. Nel decennio 2007-2017, 464 casi di AHC sono stati seguiti: il 90% dei pazienti senza intervento farmacologico proseguiva verso un decorso cronico, risulta infatti un evento molto raro raggiungere una clearance spontanea dell’infezione da HCV nel contesto di una coinfezione da HIV.
Per il prossimo futuro gli obiettivi evidenziati sono: introdurre l’utilizzo di specifici screening per evitare possibili trasmissioni MTMC, ottenere l’approvazione da parte della FDA di poter eseguire la terapia DAA anche durante la gravidanza ed eliminare le restrizioni di inizio della stessa durante AHC presenti in alcuni paesi.