I risultati ottenuti nelle coorti internazionali
 

Per quanto concerne la tollerabilità del trattamento, si sono registrati complessivamente 15 casi di sospensione, pari al 5.6% dei casi, e solo in un caso per fallimento virologico.

Figura 1 - Registro DHC-R: SVR12 in pazienti GT3 con SOF+DCV±RBV (analisi ITT e PP)
Nella popolazione di pazienti in OST si è registrata un’elevata SVR12 (vedi a destra della Figura 1), comparabile se non superiore a quanto ottenuto in altre tipologie di soggetti. Sempre dalla coorte tedesca (denominata DHC-R o Deutsches Hepatitis C Register), che raccoglie i dati da 113 Centri di Cura e include 9500 pazienti circa, Welzel e coll. hanno confrontato le caratteristiche relative a 686 soggetti di età >70 anni vs. una popolazione (n=6447) di età ≤70 anni e tutti accomunati dall’aver iniziato una terapia con DAA prima del 30 settembre 2015. Le caratteristiche demografiche ed i principali indicatori di gravità di condizione clinica sono riportate nelle Tabella 1 e 2.
Tabella 1 - Registro DHC-R: caratteristiche epidemiologiche (sesso, BMI, genotipo HCV)
Tabella 2 - Registro DHC-R: caratteristiche epidemiologiche (malattia di fegato)
Le due coorti sembrano differenziarsi per una maggiore prevalenza di donne (Tabella 1) nei soggetti più anziani e per una maggiore progressione di danno epatico (cirrosi) sempre in questa popolazione (Tabella 2). Ciò nonostante e indipendentemente da una maggiore incidenza di anemia nella popolazione > 70 anni d’età, la risposta virologica non è stata significativamente diversa nei due gruppi, segnatamente per quanto riguarda i trattamenti delle infezioni più comuni, cioè quelle da genotipo 1b. Come si può ben vedere dalla Figura 2, che mostra la SVR12 nei due gruppi con diversi schemi di trattamento, nel gruppo > 70 anni curato con la combinazione SOF+DCV±RBV, indipendentemente dalla presenza o meno di cirrosi, la SVR12 è stata pari al 100% dei casi.
Figura 2 - Registro DHC-R: SVR12 nei pazienti con infezione da GT1b
Figura 3 - Coorte HERACLIS: SVR12 nei pazienti con infezione da GT3
Rispetto ai pazienti con HCV GT3, sono stati discussi i dati portati dalla coorte HERACLIS (HEllenic multicenter ReAl-life CLInical Study), che ha raccolto le informazioni relative a 149 soggetti trattati in 11 Centri Clinici greci tra giugno 2014 e aprile 2016 (Koskinas e coll.). I pazienti potevano essere trattati se F3 experienced, F4 naive ed experienced, cirrotici scompensati, trapiantati di fegato o con gravi manifestazioni extraepatiche indipendentemente dallo stato di fibrosi. Le percentuali di risposta SVR12 in 91 casi esaminabili sono mostrate nella Figura 3.

La risposta alla combinazione SOF+DCV senza RBV è stata pari al 90%, contro un 83.3% della combinazione SOF+DCV+RBV. Il tasso di risposta associato ad un trattamento con SOF/DCV±RBV per 12 settimane è stato del 84%, salito al 100% quando prolungato sino a 24 settimane. La SVR12 si è inoltre rivelata dipendente dalla condizione di base del paziente, andando dal 100% in pazienti F0/F2 al 78.6% nei cirrotici scompensati.

Uno studio congiunto franco-tedesco ha valutato le potenziali interazioni tra combinazioni DAA anti-HCV e terapie di base una coorte di 3610 soggetti (3033 in Germania, 577 in Francia), le cui patologie principali includevano dolore cronico, ipertensione, depressione (Christensen e coll.). In base a quanto predetto dalla banca dati hep-druginteractions.org emergeva come la combinazione più prona a interazioni fosse in entrambi i Paesi ombitasvir/paritaprevir/r + dasabuvir, mentre quelle meno gravate da questo problema fossero ledipasvir/sofosbuvir in Germania e SOF/DCV in Francia. Le percentuali di pazienti suddivise per età, per combinazione di DDA e per Paese sono visibili nella Figura 4.

Figura 4 - Percentuali di risposta per combinazione di DAA e per classe di età
Anche se i due gruppi di pazienti mostravano delle differenze rilevanti che riflettono una diversa età media, differenti attitudini prescrittive e ambienti ove i pazienti erano stati reclutati nei due Paesi (Cura Primaria in entrambi più Gastroenterologia nella sola Germania), il profilo di possibili interazioni è del tutto simile e deve essere tenuto ben presente al momento di un’eventuale scelta terapeutica anti-HCV. In effetti, a fronte di percentuali di risposta virologica così elevate per molte delle combinazioni di DAA, sono e saranno sempre di più le interazioni farmacologiche a dettare una scelta piuttosto di un’altra. Ciò tanto a maggior ragione quanto più la popolazione di pazienti invecchia, come ben evidente dai grafici della Figura 4, dove le porzioni delle barre blù (età compresa tra 45 e 59 anni) o grigie (età >60 anni) sono quelle prevalenti.
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