La prima è la stima della reale prevalenza della coinfezione HIV-HCV nelle popolazioni a rischio e, soprattutto l’identificazione del “sommerso”. Nei 2395 MSM HIV+ della coorte di San Diego, la prevalenza della coinfezione HIV-HCV è stimata intorno all’1.2% (Chaillon A et al. # 134), mentre nella coorte svizzera, che comprende 3722 MSM HIV+, la prevalenza era del 5%, di cui un 17% “sommerso” non precedentemente diagnosticato, a volte (21% dei casi) dovuto ad una mancata reattività del test anticorpale (Braun DL et al. #521).
L’accesso universale al trattamento anti-HCV è la strategia più efficiente per diminuire la prevalenza e l’incidenza dell’infezione da HCV. Una copertura terapeutica del 30%, potrebbe ridurre dell’1.1% la prevalenza della coinfezione attiva HIV-HCV in Francia nei prossimi 10 anni, ma questa copertura non sarebbe sufficiente nella popolazione degli MSM. Inoltre, nel 2026, considerando una copertura terapeutica del 30%, oltre il 35% delle infezioni da HCV nei pazienti sieropositivi faranno parte di un sommerso non diagnosticato e non trattato (Virlogeux V et al. #135). L’accesso al trattamento va quindi aumentato.
Nel caso esemplare della coorte olandese Athena, a gennaio 2017 il 76% degli MSM (742/971) erano guariti o in cura, grazia alla possibilità di curare tutti gli individui HCV-positivi (Boerekamps A et al. #136). Inoltre, rispetto al 2014, le infezioni acute da HCV nei pazienti sieropositivi erano diminuite del 51%. Anche se non vi è prova che sia stato il trattamento con DAA a causare questo declino, l’infezione acuta da HCV è di fatto l’unica STD a essere diminuita in incidenza nella popolazione degli individui sieropositivi tra il 2014 e il 2016 (Boerekamps A et al. #137LB).
Quindi, prima di parlare di eradicazione, sono necessari interventi che migliorino la nostra conoscenza sulla reale prevalenza dell’infezione da HCV scoprendo il sommerso, amplino l’accesso ai trattamenti, e inneschino cambiamenti comportamentali volti ad eliminare o ridurre il più possibile il numero di nuove infezioni. E queste ultime includono le reinfezioni dopo cura che, ad esempio, nella coorte MSM HIV+ di San Diego, arrivano ad interessare 2.9/100 individui per anno (Chaillon A et al. # 134). |