The new look of OIs in the HAART era

Tra i tumori il più diffuso è ancora quello della cervice uterina. In uno studio intercoorte (#617) emerge che, a differenza dell’Europa e del Nord America, nei Paesi in via di sviluppo (PVS) i casi sono in aumento nonostante la terapia ART. E’ invece in miglioramento la sopravvivenza per il sarcoma di Kaposi (KS), come riportato da uno studio sudafricano presentato da Sengayi M (#631). Ritornando alle IO, la tubercolosi è comunque ancora un problema emergente nei Paesi africani e vari studi sono stati presentati sul tema, soprattutto riguardo la difficoltà diagnostica, la contagiosità e il trattamento nel paziente con HIV. Uno studio mostra come la contagiosità è sempre più alta nel soggetto senza HIV rispetto al paziente con HIV anche se trattato lungamente con ARV (#736). Riguardo la TB da ceppi estensivamente multi drug resistant (XDR TB), uno studio (#157) ha mostrato come la trasmissione avviene soprattutto per contagio da pazienti già infettati da ceppi XDR sia in comunità che in ospedale, più che da trattamenti non eseguiti correttamente, come si riteneva in passato, sottolineando l’importanza della profilassi e sorveglianza dei contatti.

Passando alla toxoplasmosi, un solo studio presentato da Miro J (#765) ha affrontato la tematica, dimostrando una discreta sicurezza nell’interrompere la profilassi primaria anti-toxoplasma nella fascia di CD4 compresa tra 100 e 200 cell/mmc se la carica virale è soppressa dalla terapia ART.

Infine, la themed discussion sulla criptococcosi (TD-9) ha affrontato due temi scottanti: l’utilità del CrAg (antigene criptococcico nel plasma) per identificare i pazienti da sottoporre a puntura lombare e da trattare con terapia pre-emptive con fluconazolo, e la distinzione tra infezione e IRIS individuando alcuni marcatori immunologici (#762).

Uno studio ha seguito prospetticamente pazienti sottoposti o meno alla terapia pre-emptive e ha mostrato che il 10% dei soggetti sviluppa comunque la meningite, associata ad alta mortalità. Gli autori concludono che tale terapia andrebbe intensificata con altri farmaci soprattutto nei pazienti a più alto rischio (bassi CD4, alto titolo di CrAg).

Riguardo l’opportunità di differire la ART nella meningite per ridurre la mortalità, indicazione data da studi condotti nei Paesi in via di sviluppo, uno studio di intercoorte è andato a verificarne la validità anche nei Paesi ad risorse elevate (#837). I ricercatori non evidenziano un reale beneficio nell’inizio tardivo della ART, anzi si registra un aumentato rischio di morte in tale strategia. La mortalità globale è comunque molto inferiore a quella riportata negli studi africani (18% vs 38%), suggerendo una ulteriore analisi che comprenda una popolazione più ampia.

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