Neutralizing Antibodies and B cells

Ad oggi non sono disponibili studi clinici sul ruolo protettivo di strategie di immunizzazione passiva nell’uomo, ma una recente pubblicazione ha dimostrato come la somministrazione per via parenterale di VRCO1, anticorpo diretto contro il sito di legame del linfocita T CD4+, sia in grado di indurre concentrazioni plasmatiche di anticorpo simili a quelle risultate protettive nel primate (10 ng/ml), che rimangono tali per circa due mesi.
A breve inizierà una sperimentazione di fase 2b (Antibody Mediated Prevention Study, AMP) per saggiare la reale capacità protettiva di VRCO1 nell’uomo; si tratta di uno studio controllato verso placebo che prevede la somministrazione di tale anticorpo a una casistica di 2400 maschi e 1500 femmine a rischio di infezione da HIV.
I risultati di tale studio faranno luce sui valori plasmatici di VRCO1 in grado di proteggere nei confronti di HIV e incentiveranno lo sviluppo di anticorpi di nuova generazione, verosimilmente più potenti e a emivita più lunga.

Nella sessione dedicata alle presentazione orali “Pushing Frontiers of Adaptive Immunity”, lo studio di Trkola A (#89LB) ha dimostrato come durata di infezione, diversità virale, livelli di viremia e razza nera siano fattori indipendentemente associati alla presenza di anticorpi capaci di ampia neutralizzazione, rappresentando quindi i possibili punti di partenza per la messa a punto di strategie vaccinali. Nella stessa sessione, lo studio di Salantes B (#92) condotto su 11 pazienti in sospensione terapeutica ha evidenziato come la risposta anticorpale autologa sia in grado di influenzare la composizione di quasi-specie virali in corso di rebound virologico.

Infine, il tema degli anticorpi neutralizzanti è stato oggetto di una themed discussion dal titolo “Pathways to Eliciting Antiboby Responses”, durante la quale sono stati presentati studi condotti su soggetti con HIV o senza HIV esposti al virus che hanno montato una risposta anticorpale con conseguente controllo spontaneo dell’infezione (Lingappa J, #301; Adland E, #302; Fabra Garcia A, #303) e ricerche su vaccini di natura clinica e preclinica (Schifanella L, #317; Akapirat S, #318).
Per quanto riguarda le cellule B, nel corso del simposio “Location, Location, Location: The Lymph Node”, Batista F (#127) ha presentato elegantissimi studi di imaging in vivo sulle prime fasi di riconoscimento antigenico da parte di tali cellule all’interno del linfonodo.

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