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Le caratteristiche esclusive dell’infezione da HCV GT3 |
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La maggior frequenza e gravità della steatosi nei pazienti con genotipo 3 rispetto ai soggetti con altri genotipi virali dipenderebbe da diversi meccanismi, tra cui quelli proposti sono aumento della lipogenesi, riduzione dell’ossidazione degli acidi grassi, interferenze con l’assemblaggio e/o la secrezione delle VLDL e sotto-regolazione di PTEN (omologo della fosfatasi e della tensina) (Figura 1). |
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Figura 1 |
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Dati epidemiologici sottolineano inoltre che il genotipo 3 è un fattore di rischio indipendente, anche dalla presenza di steatosi, di progressione della fibrosi HCV-correlata e si associa all’aumento dei tassi di epatopatia terminale in popolazioni ben definite di pazienti. In modo analogo, gli studi associano il genotipo 3 a un’elevata incidenza di HCC e a un aumento della mortalità per qualsiasi causa nei pazienti con malattia da HCV (Figura 2). |
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Figura 2 |
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Non ultimo, sono giunti del tutto inattesi i dati che evidenziano una riduzione dei tassi di risposta a sofosbuvir nei pazienti con genotipo 3. Dallo studio di fase 3 FISSION, condotto in pazienti con genotipo 2 e 3, sono emersi tassi di SVR significativamente più bassi con sofosbuvir e ribavirina per 12 settimane nei pazienti con genotipo 3 (55.7%) rispetto al dato complessivo di SVR (67%), inferiori anche al braccio di confronto con Peg-IFN/RBV di 24 settimane (62.5%). Sempre con sofosbuvir (POSITRON, FUSION) è stata riportata una generale riduzione dei tassi di SVR nei pazienti con genotipo 3, in particolare se cirrotici, che rimarcano la necessità di disporre di terapie di combinazione efficaci e genotipo-specifiche. Solo con lo studio VALENCE nei pazienti con genotipo 3 e con l'estensione del trattamento a 24 settimane, è stato dimostrato un miglioramento dei tassi di risposta e la riduzione delle recidive rispetto al trattamento di 12 settimane con sofosbuvir e ribavirina indipendentemente dalla presenza di cirrosi e da precedenti terapie. |
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