Il vantaggio di tollerabilità
 

Nella comparazione tra RAL e DRV/r la differenza era legata a una più elevata incidenza di interruzioni per eventi gastrointestinali (14 in DRV/r e 2 in RAL).

Complessivamente quindi, RAL ha mostrato, oltre a una migliore performance virologica rispetto ad entrambi i PI/r (non tale però da dimostrare superiorità), una superiore tollerabilità, che ha pesato in modo determinante negli esiti finali dello studio (Figura 4).

 
 

Il vantaggio di RAL in termini di superiore tollerabilità era implicitamente confermato dall’analisi di sottogruppo per numero di copie virali al baseline. Infatti, nei soggetti con HIV RNA < 100.000 copie/mL prima dell’inizio della terapia, le differenze tra RAL e i due PI/r appaiono più evidenti che nello strato a elevate copie virali (>100.000 copie/mL).

Tale tendenza, come già visto nelle analisi di sottogruppo dello studio STARTMRK tra RAL ed efavirenz (2), avvantaggia il farmaco maggiormente tollerabile nei pazienti in cui il rischio di fallimento virologico è minore, e in cui le differenze di tollerabilità sono più decisive in termini di efficacia.

Comparabile, tra i tre bracci, il recupero di cellule CD4 dal baseline (RAL + 288 cellule/mmc; ATV/r + 284 cellule/mmc; DRV/r + 256 cellule/mmc). Bassa complessivamente l’incidenza di resistenza, non superiore al 3% dei soggetti randomizzati (3% RAL; 1.5% ATV/r e < 1.0% DRV/r), con un maggior rischio nei soggetti che assumevano RAL (18 casi di resistenza su 65 in cui era disponibile un’analisi di sequenza genotipica) rispetto a quelli che assumevano ATV/r (9 su 75) e DRV/r (4 su 99), a conferma della migliore barriera genetica degli inibitori delle proteasi rispetto ad altre classi farmacologiche.

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