HCV e virus epatitici
Annalisa Saracino, Clinica Malattie Infettive, Università di Bari
 
Nello studio SYNERGY (abs #27LB), un regime triplice di sole 6 settimane basato sulla combinazione di sofosbuvir, ledipasvir ed un terzo farmaco rappresentato da un inibitore della polimerasi (GS-9669) o della proteasi di HCV (GS-9451) ha mostrato quasi il 100% di efficacia nella cura di soggetti naive di genotipo 1, anche in presenza di fattori predittivi sfavorevoli di risposta alle terapie tradizionali. Ugualmente evidente il successo (>99%) di un’altra tripla combinazione, presentata nello studio PEARL III (abs #29LB), utilizzata in pazienti naive sempre con genotipo 1, che sarà probabilmente il primo regime triplice IFN-free approvato e che si renderà disponibile a fine 2014 negli USA. 
Per quanto riguarda i pazienti con coinfezione HIV/HCV, sono stati presentati ulteriori risultati relativi ai trial basati su peg-IFN/RBV in associazione a inibitori della proteasi di seconda generazione, simeprevir e faldapravir, entrambi per genotipo 1, somministrati “once-daily” e con protocolli di durata guidata dalla risposta alla terapia. Simeprevir (abs #24) ha dimostrato una SVR12 del 74% (80% in pazienti non precedentemente trattati) così come faldaprevir (abs #23) ha ottenuto un tasso di successo complessivo, all’interim analisi (SVR4), del 74%. Infine, il primo studio su un regime IFN-free con sofosbuvir e ribavirina per i pazienti HIV/HCV di genotipo 1, 2 e 3 (abs #26) ha evidenziato come sia possibile ottenere oltre il 75% di successo (con dati di SVR12 e 24) anche nel paziente coinfetto di genotipo 1 trattato per 24 settimane; lo studio suggerisce anche che è possibile abbreviare il trattamento a sole 12 settimane per il genotipo 2 ma non per il genotipo 3.
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