Valutazione e gestione del paziente con HIV e comorbidità ossea: focus sui nuovi regimi terapeutici
 

Il primo approccio a questa problematica è stato quello istintivo di intervenire sul backbone, sostituendolo con l’INI (essenzialmente raltegravir, il primo disponibile), associando quest’ultimo ad un inibitore della proteasi (PI/r). Sono così inizialmente nati due studi su soggetti naive (studi PROGRESS e RADAR) e tre su pazienti experienced (studi TROP, KITE, e SECOND LINE). Purtroppo, nel momento in cui cerchiamo di avere una visione d’insieme dei risultati ottenuti per cercare di trarre delle conclusioni preliminari sull’argomento, molti biases e differenze rendono di non immediata comprensione e confrontabilità i risultati sin qui ottenuti da questi primi cinque studi:

  1. Il PI/r utilizzato negli studi PROGRESS, KITE e SECOND LINE era lopinavir, in RADAR darunavir, in TROP atazanavir, lopinavir o darunavir;
  2. Le indagini densitometriche (DXA) utilizzate per valutare le variazioni della BMD sono total-body negli studi sui pazienti naive, mentre analizzano separatamente rachide e femore solo in quelli sugli experienced;
  3. Il follow-up è limitato alle 48 settimane in tutti gli studi, con la sola eccezione dello studio PROGRESS, che è l’unico a raggiungere le 96 settimane;
  4. Il numero dei pazienti trattati con questo nuovo regime è limitato, variando dai 107 soggetti dello studio SECOND LINE ai 78 del PROGRESS, e fermandosi a soli 40 pazienti per il KITE, 37 per il TROP e 31 per il RADAR;
  5. La condizione ossea al basale dei pazienti era dissimile, poiché mentre nel TROP i pazienti al basale presentavano osteopenia o osteoporosi, negli altri studi la BMD era nella norma;
  6. In alcuni studi i soggetti erano aviremici (TROP e KITE), mentre negli altri il virus replicava, per cui non è semplice distinguere l’effetto dell’HIV da quello dei farmaci.
 
 

Per questi ed altri motivi i risultati finali ottenuti sul metabolismo osseo in questi studi sono conseguentemente dissimili fra loro, con un miglioramento della BMD in alcuni studi (PROGRESS, RADAR, TROP), un effetto neutro nel KITE ed un peggioramento nel SECOND LINE. Inoltre, elemento importante, in tutti gli studi era mantenuta nel regime la presenza del PI/r, noto disturbatore metabolico per il metabolismo osseo (figura 1).

Per questo, si è reso necessario sperimentare la possibilità di superare questo step e costruire un regime basato su di un INI, intervenendo con un meccanismo sostitutivo non più sul backbone, bensì sul PI/r.

E' nato così lo studio SPIRAL-LIP ove l’associazione fra il backbone (comprendente tenofovir nel 65% dei casi) e l’INI in 39 pazienti aviremici precedentemente trattati con backbone + PI/r ha dato un risultato positivo sul recupero di BMD a 48 settimane (figura 2).

Anche in questo caso, però, occorre sottolineare come il campione in esame fosse molto limitato, il follow-up contenuto e si trattasse specificatamente di soggetti experienced, vale a dire che avevano già sperimentato altri antiretrovirali.

 

Si rendeva necessario, a questo punto, verificare l’effetto degli INI associati ad un backbone su di un campione più ampio di soggetti, con un follow-up più lungo, e naive per antiretrovirali, utilizzando come comparatore un regime classico comprendente il medesimo backbone associato ad un PI/r.

L’unico studio al momento esistente che possieda tutti questi tre requisiti è lo studio GS-236-103, ove un INI, in questo caso elvitegravir boosterato da cobicistat (EVG/COBI) associato e coformulato a tenofovir/emtricitabina (FTC/TDF), è stato confrontato con atazanavir/r associato al medesimo backbone.

In questo caso sono ben 353 i soggetti che hanno assunto EVG/COBI/FTC/TDF, e il follow-up raggiunge per la prima volta le 144 settimane. La performance del regime con EVG/COBI/FTC/TDF sulla BMD rispetto al regime atazanavir/r + FTC/TDF è risultata nettamente migliore sia a livello del rachide (-1.43% vs. -3.68%) sia del femore (-2.83% vs. -3.77%).

 
 

In conclusione, appare evidente che sono molte le variabili che condizionano l’andamento della densità minerale ossea (BMD) e cha la tossicità ossea non può essere mai imputata singolarmente ad un precipuo antiretrovirale, configurandosi piuttosto come una tossicità di regime.

In quest’ottica, la classe degli INI si presenta come quella che molto verosimilmente si presta più delle altre ad essere quella attorno alla quale costruire un regime il più sicuro possibile per il metabolismo osseo.

Al momento, i dati di EVG/COBI/FTC/TDF sulla BMD sono quelli che riguardano il numero più ampio di pazienti naive trattati con INI e con il follow-up più lungo a disposizione, e costituiscono un risultato rincuorante da cui partire ai fini di una sempre più moderna e consapevole gestione del paziente con infezione da HIV e comorbidità ossea.

 

Bibliografia

  1. Brown TT, Qaqish RB. Antiretroviral therapy and the prevalence of osteopenia and osteoporosis: a meta-analytic review. AIDS. 2006 Nov 14;20(17):2165-74.
  2. Reynes J, Trinh R, Pulido F, et al. Lopinavir/ritonavir combined with raltegravir or tenofovir/emtricitabine in antiretroviral-naive subjects: 96-week results of the PROGRESS study. AIDS Res Hum Retroviruses. 2013 Feb;29(2):256-65.
  3. Bedimo R, Drechsler H, Cutrell J et al.,.for RADAR study: week 48 safety and efficacy of RAltegravir combined with boosted DARunavir compared to tenofovir/emtricitabine combined with boosted darunavir in antiretroviral-­naive patients. Impact on bone health. IAS 2013 Kuala Lumpur, Malaysia, WEPE512.
  4. Bloch M, Tong W, Hoy J, et al, Switch from tenofovir to raltegravir increases low bone mineral density and decreases markers of bone turnover over 48 weeks. HIV Med. 2014 Jan 26. doi: 10.1111/hiv.12123..
  5. Ofotokun I, Sheth AN, Sanford SE et al., A Switch in Therapy to a Reverse Transcriptase Inhibitor Sparing Combination of Lopinavir/Ritonavir and Raltegravir in Virologically Suppressed HIV-Infected Patients: A Pilot Randomized Trial to Assess Efficacy and Safety Profile: The KITE Study. Aids Research And Human Retroviruses, Volume 28, Number 10, 2012, 1196-1206.
  6. Martin A, Moore C, Mallon PWG et al. on behalf of the Second Line study team. Bone mineral density in HIV participants randomized to raltegravir and lopinavir/ritonavir compared with standard Second Line therapy. AIDS 2013, 27: Sep 24;27(15):2403-11.
  7. Curran A, Martinez E, Saumoy M et al. ,. Body composition changes after switching from protease inhibitors to raltegravir: SPIRAL-LIP substudy. AIDS 2012, 26:475–481.
  8. Rockstroch JK, DeJesus E, Lennox JL et al for the GS-236-103 Study Team. A randomized, double-blind comparison of coformulated Elvitegravir/Cobicistat/Emtricitabine/Tenofovir DF vs Ritonavir-boosted Atazanavir plus coformulated Emtricitabine and Tenofovir DF for initial treatment of HIV-1 infection: analysis of 96 results. JAIDS, Volume 62, Number 5, April 15, 2013, 483-487.
© Effetti srl