HIV e salute riproduttiva
 
I risultati sono stati scoraggianti: nessun effetto protettivo (senza differenze tra i 3 regimi) ed elevata incidenza di infezioni da HIV. La spiegazione non è attribuibile all’inefficacia dei trattamenti (almeno di quelli orali) ma alla bassa aderenza ad essi da parte di oltre il 50% delle donne (figura 1).
 
 
Il messaggio è deludente ma chiaro: la PreP richiede un’aderenza ottimale, ed è fondamentale capire quale è la percezione del rischio nelle donne più giovani e single, quali i motivi della scarsa accettabilità dei regimi proposti e quali le caratteristiche di approcci potenzialmente più graditi. Altro argomento molto rilevante, strettamente legato al tema della salute riproduttiva, è stato quello dei progestinici iniettabili e l’ipotesi che possano favorire l’acquisizione o la trasmissione dell’HIV. L’importanza di questo tema è massima in quanto si tratta dei contraccettivi più usati nell’Africa sub-sahariana. I risultati di vari studi (Crook et al, abs 28; Day et al, abs 29) hanno dimostrato che a fronte (forse) di un leggero aumento del rischio di infettarsi con l’HIV, non è aumentato il rischio di trasmissione del virus se la donna è aderente alla terapia antiretrovirale. La bilancia pro/contro sembra pendere nettamente dalla parte dei “pro” (figura 2).
 
 
I meccanismi con i quali i contraccettivi potrebbero aumentare il rischio di acquisire l'HIV sono descritti nella figura 3.
 
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