Eradication
Alessandro Soria, Divisione di Malattie Infettive, Ospedale San Gerardo, Monza
 
La principale barriera alla cura è costituita dalla presenza di cellule T latentemente infette. Molti studi attualmente si concentrano sull’uso degli inibitori dell’istone deacetilasi (HDACi) come strumento per rompere la latenza, e quindi con l’obiettivo di diminuire la dimensione del reservoir virale.
Di seguito i dati più significativi:
Archin N., del gruppo di Margolis, University of North Carolina Chapell Hill, ha presentato uno studio su 6 pazienti sull’effetto di una singola dose di vorinostat, farmaco inibitore dell’istone deacetilasi licenziato per il trattamento del linfoma cutaneo, sulla capacità di indurre replicazione virale nelle cellule T resting latentemente infette, dimostrando un netto incremento di virus nelle cellule resting (fino a 5 volte), ma senza evidenza di replicazione nel plasma e, quindi, fornendo il proof-of-concept che sia possibile rompere la latenza di HIV in vivo nelle cellule T resting (#157LB).
Shan L., del gruppo di Siliciano, che da sempre lavora su latenza virale e reservoir, ha messo in luce come la rottura della latenza (ottenuta con vorinostat) non sia sufficiente a portare all’eradicazione, perché le cellule riattivate non vengono poi eliminate e uccise dai linfociti T citotossici: occorre pertanto tenerne conto nello sviluppo di future strategie e clinical trial (#153).
L’uso del disulfiram per due settimane è stato ben tollerato, ma non ha portato a una riduzione della dimensione del reservoir virale. Si è osservato solamente un modesto incremento di viremia due ore dopo la somministrazione (Spivak  A, #369).
E’ stato dimostrato che anticorpi anti PD1 riducono drasticamente la replicazione virale di SIV nei macachi, dopo interruzione della terapia antiretrovirale (Velu V, #158LB).
E’ stato presentato un aggiornamento sui CD4 CCR5-deleti con nucleasi zinc finger SB728-902 (June C, #155), confermando i dati di sicurezza e di aumento di CD4 in pazienti immunological non responder; è stata messa in luce una correlazione tra l’incremento di CD4 e il livello di attecchimento delle cellule ingegnerizzate; un paziente eterozigote per delezione delta32 ha ottenuto la negativizzazione della carica virale; in generale c’è stata una diminuzione del DNA provirale.
Infine, è stato evidenziato che l’inizio precoce della terapia antiretrovirale durante la fase acuta dell’infezione riduce la dimensione del reservoir, determinato come HIV-DNA totale, integrato e 2LTR (Buzon M,  #151).
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