Profilo di resistenza degli analoghi
Va anche sottolineato che sono stati segnalati in letteratura casi aneddotici di resistenza ad entecavir sviluppatasi anche dopo 2-3 anni di terapia in pazienti precedentemente naïve (14,15). La sequenza descritta è stata quella di una iniziale comparsa di resistenza a lamivudina seguita dalla comparsa del set completo di resistenza ad entecavir (3 mutazioni). In alcuni casi le mutazioni di resistenza a lamivudina erano già presenti al basale come varianti naturali del virus. Ciò in accordo con vari studi recenti che hanno evidenziato come mutazioni di resistenza a lamivudina possono essere in effetti presenti in pazienti con epatite B mai trattati in precedenza con analoghi.
In un nostro studio su pazienti con infezione cronica HBV, mai trattati in precedenza con analoghi, mutazioni note per conferire resistenza a lamivudina sono state riscontrate nel 5% dei casi, mentre circa l’1% presentava mutazioni di resistenza ad entecavir (rt250L/V) (16).
Questi dati confermano quindi come resistenza ad entecavir possa insorgere, seppur raramente, in pazienti che vengono trattati con questo farmaco in assenza di precedenti trattamenti antivirali, e ciò può essere favorito da una elevata viremia basale, da una risposta antivirale più lenta e soprattutto dalla presenza di varianti naturali con mutazioni di resistenza preesistenti alla terapia. Ciò non è stato per ora descritto in corso di trattamento con tenofovir.