ARV in gravidanza e pratica clinica italiana
Nonostante la co-formulazione di AZT + 3TC resti il backbone più utilizzato, negli ultimi anni si rileva un aumento nell’utilizzo di TDF/FTC. Parallelamente alla riduzione delle prescrizioni di nevirapina, emerge l’uso degli inibitori della proteasi, presenti in almeno il 60% degli schemi utilizzati nel biennio 2007-2008. L’uso di nelfinavir è stato progressivamente sostituito da lopinavir/r. Lo studio non indica variazioni significative nei parti pretermine, nell’Apgar Score, nel peso alla nascita, ma sottolinea i progressi in questo setting di pazienti, grazie alla scelta di strategie terapeutiche basate su schemi più efficaci.
Riguardo alla scelta del regime ARV in gravidanza, conclude la professoressa D’Arminio Monforte, le Linee guida Italiane oltre ad indicare LPV/r come farmaco di prima scelta, mantengono un atteggiamento “conservativo”, indicando zidovudina e lamivudina come parte del backbone nella prevezione della trasmissione verticale dell’HIV, e la loro inclusione in un regime da iniziare in gravidanza è consigliabile anche se sempre più dati si stanno accumulando in relazione alla sicurezza di altri regimi NRTI. Da considerare, in un soggetto già a rischio di anemizzazione, lo sviluppo di questo evento avverso legato ad AZT.