Il ruolo della dual therapy: il commento ai dati
Nello studio PROGRESS, le resistenze sono state valutate in 13 su 206 pazienti trattati, aventi carica virale rilevabile durante il trattamento (8 LPV/RAL e 5 LPV/TDF/FTC): 2/8 pazienti del braccio LPV/RAL hanno sviluppato resistenze a RAL, 1/8 sia a RAL che a LPV (tale paziente è rimasto in fallimento prolungato per molti mesi); 1/5 nel braccio LPV/TDF/FTC ha sviluppato resistenza a FTC. Globalmente, i dati confermano, anche nel PROGRESS, che la resistenza al fallimento è alquanto contenuta nei confronti del compagno di viaggio dell’inibitore della proteasi LPV/r.
Un altro elemento da valutare nello studio PROGRESS è il tempo di raggiungimento di viremia non rilevabile, significativamente più rapido nel braccio LPV/RAL rispetto a LPV/TDF/FTC. Al termine dell’osservazione di 96 settimane la percentuale di successo nei due bracci è risultata molto simile, e pertanto non vi sono evidenze che tale rapidità di successo utilizzando raltegravir abbia una valenza clinica. E’ però indubbio che tale caratteristica può avere delle implicazioni in alcuni sottogruppi di pazienti di particolare importanza, quali quelli con alta carica virale e/o bassi CD4, che sono più soggetti, dati scientifici alla mano, al fallimento virologico e alla progressione di malattia.
Infine, sono da considerare i dati di successo terapeutico in pazienti con viremia elevata (>100.000 copie/ml), quelli sui quali si è incentrata la maggiore criticità negli altri studi NUC-sparing. I pazienti nel PROGRESS con viremia >100.000 sono 34, e solo 25 di essi sono valutabili a 96 settimane in termini di efficacia virologica; per questa ragione non è possibile fare alcuna valutazione statistica. Tuttavia, valutando in modo molto descrittivo questo piccolo gruppo, 8/10 trattati con LPV/RAL e 12/15 con LPV/TDF/FTC hanno raggiunto e mantenuto il successo virologico, nonostante la viremia elevata al baseline. Questa osservazione è promettente, e rimanda a studi con numerosità maggiore per un’analisi più approfondita e completa.
In conclusione, l’associazione di Lopinavir/r con Raltegravir ha caratteristiche tali da rappresentare una valida alternativa al trattamento classico, che prevede l’uso di due NRTI+ terzo farmaco, nelle strategie di prima linea del paziente con infezione da HIV.