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Coinvolgimento del CNS e disordini cognitivi |
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In un altro studio di neuroimaging, un’analisi volumetrica intensiva nelle fasi precoci dell’infezione mediante tecnica anatomica MPRAGE, ha documentato una significativa perdita di sostanza grigia sin dalle fasi più precoci, probabilmente in rapporto all’elevato burden virale e al conseguente danno cellulare della fase primaria, prima di una significativa risposta immunitaria (#55LB). |
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Diversi contributi sono venuti dalla coorte multicentrica CHARTER, con dati sulla diversità virale come fattore indipendente di aumentato danno neurocognitivo (#57), e sull’associazione tra basso rapporto di albumina tra CSF/plasma e aumentata incidenza di deficit neurognitivi, in rapporto alla restrizione selettiva da parte della BBB di farmaci ARV (#408).
Tra i biomarker, dati di rilievo sono stati comunicati sul valore del CD14+ solubile nel plasma e di elevati livelli di proteina Tau fosforilata come marcatore di deficit neurocognitivo (#405 e #406 ), mentre la proteina NFL si è rivelata un marcatore precoce di danno cognitivo in soggetti ancora neurocognitivamente normali (#407). |
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