|
|
|
|
Tollerabilità e mantenimento della soppressione virale |
|
|
I dati a 192 settimane di trattamento dimostrano una percentuale di HBV-DNA < 400 cp/mL dopo 4 anni di terapia con tenofovir nel 99% dei pazienti HBeAg negativi e nel 96% dei pazienti HBeAg positivi; in questi ultimi, inoltre si è registrato un tasso di perdita dell’HBsAg del 10.8% (Figure 3 e 4). |
|
Figura 3 |
|
|
|
|
|
|
Figura 4 |
|
|
|
|
|
|
Oltre all’elevata potenza, il trattamento a lungo termine con tenofovir ha dimostrato anche un buon profilo di tollerabilità. “In effetti, il rischio di nefrotossicità, riportato con tenofovir nel paziente con infezione da HIV, è stato ridimensionato anche dall’analisi di diverse casistiche di soggetti con sola infezione da HBV, che contemplano una incidenza complessiva dello 0.3% di insufficienza renale su un totale di 929 pazienti”, ha affermato il professor Puoti (Figura 5). |
|
Figura 5 |
|
|
|
|
|
|
A tal proposito le indicazioni dell’EACS hanno ridotto la frequenza dei controlli del filtrato glomerulare e fosfato sierico riportati in scheda tecnica, suggerendo un controllo dopo 2, 4, 12 settimane dall’inizio della terapia e successivamente ogni 3-6 mesi. |
|
Infine, alcune considerazioni di farmacoeconomia indicano come tra i due farmaci più potenti e di prima scelta nel paziente naive vi sia una significativa differenza di costi a favore di tenofovir, che dopo lamivudina è il farmaco attualmente a più basso costo (Figura 6). Questo, se si considera la durata della terapia (a volte a vita) e si moltiplica per il numero di pazienti da trattare, non può che rappresentare un elemento di forte contrappeso. |
|
Figura 6 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|