Ancora aperta la strada verso il vaccino?
 
I due endpoint primari erano l’infezione da HIV e la viremia alla fine dei 6 mesi di schedula vaccinale e, successivamente, ogni 6 mesi per un totale di 3 anni. L’efficacia protettiva della combinazione vaccinale, benché significativa dal punto di vista statistico, è stata universalmente definita “modesta”: una diminuzione del 31% del tasso di infezione tra i vaccinati, che, in termini numerici , significa 51 infezioni tra i vaccinati e 74 nel gruppo di controllo. Nessun effetto sulla carica virale o sulla conta dei CD4 in chi si è infettato. Tuttavia, dopo il fallimento dell’altro grande trial vaccinale, lo studio STEP della Merck, questi risultati sono considerati comunque di grande rilievo, come ha ribadito N. Michael dell’US Military Research Program (MHRP) nella sua relazione (abstract 74). Per la prima volta, infatti, è stato possibile prevenire l’infezione (anche se in una piccola percentuale di soggetti) attraverso un meccanismo diverso dall’induzione di anticorpi neutralizzanti. Per questo il 2010 vedrà l’inizio di ulteriori studi disegnati secondo le direttive di appositi gruppi di lavoro costituiti dall’MHRP che, nel frattempo, ha anche invitato tutti i ricercatori nel campo a sottoporre proposte per un utilizzo ottimale dei campioni biologici raccolti durante l’RV144.
 
L’obiettivo è ambizioso: cercare di capire meccanismi e correlati della protezione offerta dal vaccino. Tutte le informazioni sono disponibili su RV144 Research Concept Submissions.