HBsAg: quale predittore di risposta
 
Brunetto et al. (1) hanno valutato il declino dell’HBsAg in pazienti HBeAg-negativi trattati con peg-IFN alfa-2a ± lamivudina. Il livello sierico dell’HBsAg è stato determinato a 12, 24, 48 e a 72 settimane usando il metodo Architect QT (Abbott Diagnostics). Il declino continuo dell’HBsAg, riscontrato nel 50% dei casi, è stato associato ad una risposta sostenuta al Peg-IFN alfa-2a post-trattamento.
Moucari et al. (2) hanno studiato la cinetica dell’HBsAg in 85 pazienti con epatite cronica trattati con entecavir e tenofovir per un periodo di 24 mesi. Nel 90% dei soggetti è stata riportata una risposta virologica completa, definita da valori di HBV-DNA < 12 UI/ml e, a 12 mesi, il 17% dei pazienti ha raggiunto un significativo decremento dell’HBsAg da intendersi con valore > 0.5 log UI/ml.
Risultati rilevanti, che evidenziano l’importanza della durata nella terapia antivirale con NUC, sono stati presentati da Hadziyannis et al. (3). Nei pazienti HBeAg negativi la clearance spontanea dell’HBsAg è di circa 1.79%; dopo terapia con IFN o con NUC per 5 anni la clearance dell’HBsAg aumenta con percentuali variabili dall’11 al 33%.