La terapia antiretrovirale a base di PI/r: un successo che dura da dieci anni
 
Il risparmio degli effetti metabolici
La perdita di grasso periferico si verifica prevalentemente al volto, alle estremità ed ai glutei, è altamente stigmatizzante e si associa in maniera negativa alla qualità della vita (QoL) ed all’autostima della persona. Le persone HIV+ possiedono già una riduzione della QoL rispetto alla popolazione generale, come evidenziato da diversi studi, e lo sviluppo di lipoatrofia amplifica ulteriormente questo impatto negativo. La safety di LPV/r sulla lipoatrofia è stata documentata nello studio ACTG 5142 alla settimana 96 (6). Questo fenomeno si è verificato più frequentemente con efavirenz (EFV) (17%, 95% CI 12-24) che LPV/r (9%, 95% CI 5-14) quando entrambi i farmaci erano somministrati in combinazione con d4T o ZDV, e meno frequentemente quando erano associati a TDF. Le differenze tra il braccio di trattamento con EFV e il braccio di trattamento con LPV/r sono risultate ancora significative indipendentemente dalla definizione di lipoatrofia (lipoatrofia definita come "perdita di tessuto adiposo periferico di almeno 10-20-30-40% dal basale alla settimana 96") La lipoatrofia è stata meno frequente nel braccio NRTI-sparing, ma questo beneficio è stato annullato dall’aumento più evidente dei livelli di colesterolo e dal bisogno più frequente dell’impiego di agenti ipolipemizzanti. Nello stesso studio era stata anche valutata la funzione endoteliale di questi pazienti, che per la prima volta assumevano il trattamento antiretrovirale. I pazienti traevano beneficio, indipendentemente dal braccio di studio, dalla HAART, con un miglioramento della funzione endoteliale che si verificava rapidamente e persisteva alla 24a settimana di studio (7).
Tali dati sono stati recentemente confermati dal lavoro di van Lunzen, presentato al 5° congresso IAS 2009 di Cape Town, disegnato con l’obiettivo di valutare:
se l’uso di una scala rivista (compilata sia dal paziente sia dal medico) sia in grado di ottenere risultati comparabili alla DEXA
il grado di lipodistrofia in pazienti in trattamento con LPV/r e EFV in combinazione con NRTI.
Dallo studio emerge che nel gruppo in terapia con EFV si è osservata una riduzione significativa del tessuto adiposo alle gambe, se comparata al braccio in trattamento con LPV/r (p <0.05), nonchè un trend di perdita del grasso al viso, alle braccia e ai glutei più pronunciato, indipendentemente dal backbone utilizzato “storico” o contemporaneo (AZT+3TC, TDF+FTC o 3TC vs ABC+3TC) (8).
 
 
In tale contesto, interessante il lavoro in vivo di Domingo (9) in cui precursori delle cellule adipose di individui sani sono stati trattati con dosi equivalenti di LPV/r o EFV durante il processo di differenziazione adipocitaria. L’analisi ha evidenziato che:
EFV alla concentrazione di 4 µM causa un drammatico incremento dei livelli di fattore chemiotattico MCP-1 (aumento di 5.3), di interleuchina-5 (aumento di 4.2), di interleuchina-8 (aumento di 18.7), di inibitore dell'attivazione del plasminogeno (PAI-1) (aumento di 5.7) e di fattore di crescita degli epatociti (HGF) (aumento di 5.5).
EFV determina una riduzione minore, ma significativa, nei livelli di adiponectina e leptina.
Secondo le conclusioni del lavoro, EFV, rispetto a LPV/r, è responsabile di un aumento nel rilascio di citochine proinfiammatorie e di una riduzione del rilascio di adiponectina, ormone che controlla il metabolismo energetico di lipidi e carboidrati e che modula l'effetto dell'insulina.