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Estimated hazard ratios for AIDS or death, comparing deferring ART to a lower CD4 range with starting in a higher CD4 range (Abstract 72LB) |
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Sui rischi derivanti dall’esposizione alla HAART, sono state presentate 2 analisi di coorte sul rischio cardiovascolare, una da una coorte incidente, il D:A:D (figura 1) e l’altra dal French Hospital database. Il D:A:D ha mostrato i dati sul rischio cardiovascolare associato all’uso di singoli antiretrovirali. Il tempo di follow-up era sufficiente per analizzare soltanto alcuni farmaci, come già era successo l’anno scorso. In particolare, sembrerebbe che per quanto riguarda la classe degli NRTI, sia confermato il dato su didanosina ed abacavir, con una tendenza, non presente nelle analisi precedenti, alla significatività statistica anche dell’uso cumulativo di abacavir. I farmaci appartenenti alla classe dei NNRTI sembrerebbero non determinare un aumento del rischio cardiovascolare nei soggetti esposti. Infine, per quanto riguarda i PI, il dato emerso mostra un aumento del rischio nei pazienti esposti a indinavir e a lopinavir, mentre non si assisterebbe a tale fenomeno in quelli esposti a saquinavir (abstract 44LB). |
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Figura 1 |
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I dati su abacavir erano già stati confermati nei pazienti arruolati nel braccio in terapia continuativa dello studio SMART, ma l’analisi effettuata mediante uno studio caso-controllo sul French Hospital database, sicuramente diverso da quello di una coorte incidente, ha fornito alcuni particolari che potrebbero risultare utili nella pratica clinica. Il farmaco, infatti, determinerebbe un aumentato rischio di infarto del miocardio soltanto il primo anno di esposizione al farmaco e non con l’uso successivo. Gli autori hanno poi studiato gli altri farmaci e, per quanto riguarda gli NRTI non hanno trovato associazione con la didanosina, mentre per i PI hanno confermato il dato su lopinavir e hanno evidenziato un possibile ruolo di amprenavir/fosamprenavir (abstract 43LB). |
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La coorte della rete di ospedali californiani Kaiser Permanente, ha confermato come nei pazienti HIV+ gli eventi sia cardiovascolari sia cerebrovascolari siano rari, ma comunque più frequenti che nella popolazione HIV-. Questa differenza sembrerebbe, comunque, essersi appianata negli anni 2006-2008 per una diminuzione di eventi nei pazienti HIV-positivi forse legata a regimi HAART più lipid-friendly o a un miglior uso dei farmaci ipolipemizzanti e antiipertensivi (abstract 710). Sempre dalla stessa coorte sono stati presentati dati sulla sopravivenza dei pazienti con linfoma non- Hodgkin in epoca HAART che hanno evidenziato una più elevata mortalità nei pazienti HIV-positivi rispetto agli HIV-, nonostante la terapia antiretrovirale più efficace (abstract 871). |
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